L’iniziativa di Lega Navale e dell’associazione “Nuovo Cielo”. Sono ospitati presso famiglie locali e del territorio
CARIATI – Sono arrivati a Cariati lunedì scorso, 4 aprile, a bordo di un pullman presso il Cinema Teatro le donne e i bambini di nazionalità ucraina in fuga dalla guerra, 48 persone in tutto. L’accoglienza calorosa, con l’angolo dei giocattoli per più piccoli e un piccolo ristoro, ha emozionato gli ospiti che, da lì a poco, sarebbero stati dislocati presso le famiglie di Cariati e degli altri centri del cosentino che hanno dato la loro disponibilità.
Ad organizzare il tutto, la sezione locale della Lega Navale Italiana presieduta da Francesco Cufari e l’associazione Nuovo Cielo guidata da Sara Bianco, attuale assessore ai servizi sociali del Comune di Cariati, la quale ha dichiarato: «Il compito della nostra associazione è proprio quello di aiutare le persone che, a causa della guerra, hanno perso tutto sotto i bombardanti, comprese le loro abitazioni; noi abbiamo il dovere di accoglierle nel miglior modo possibile».
Il mezzo è partito qualche giorno fa da Cariati con a bordo un carico di aiuti umanitari, con il presidente Cufari e un medico volontario, Giampiero Cretella, che ha offerto il suo prezioso supporto sanitario durante il viaggio di ritorno. Giunto in Slovacchia, il pullman si è fermato all’interno di una zona neutra ai confini con l’Ucraina, dove ha imbarcato le mamme e i bambini che, senza esitare, hanno intrapreso il loro viaggio della speranza verso la Calabria, lasciandosi alle spalle gli orrori di una guerra che ha distrutto il loro paese.
«Il viaggio è stato lungo ma ce l’abbiamo fatta – ha affermato con emozione mamma Marina, sorpresa della calorosa accoglienza – il nostro morale, però, è molto giù; tranne mio figlio, tutta la mia famiglia è rimasta in Ucraina. Anni fa ho visitato la Calabria come turista, ma non immaginavo di tornarci in questo modo. Qui ci sentiamo al sicuro, anche se il nostro cuore è rimasto nel nostro paese». L’amica, invece, ha ricordato i momenti di terrore vissuti a Kiev sotto i bombardamenti, con un pensiero al marito militare, rimasto in Ucraina a combattere una guerra assurda. Negli occhi di grandi e piccoli, la gioia per la solidarietà ricevuta e la speranza di poter tornare, al più presto, nel loro Paese.