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La chiesa dei Frati Minori Osservanti, monumento nazionale di Cariati

UN GIOIELLO DELL’ARCHITETTURA MONASTICA

di Assunta Scorpiniti

CARIATI. Gli antichi centri della Calabria hanno un grande valore storico-artistico-monumentale, unanimemente apprezzato e riconosciuto anche come opportunità di sviluppo culturale, economico e turistico. Un esempio è offerto dal centro storico di Cariati, che, in base a una classifica stilata dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), figura tra i “Borghi più belli d’Italia”, per la cinta muraria contornata da torrioni, le tipiche abitazioni, il labirinto di viuzze, i suoi palazzi, il ricco patrimonio chiesastico. Un aspetto, questo, che lo rende particolarmente interessante poiché, oltre alla maestosa cattedrale di “San Michele Arcangelo” edificata, nella prima metà dell’Ottocento in stile neoclassico, e alle chiesette secentesche, erette da confraternite di laici, comprende un prezioso gioiello, sottoposto a tutela da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali: la chiesa dei Frati Minori Osservanti, collocata fuori dalle mura, nell’area del cimitero comunale, a circa 500 metri dall’abitato. Cariati ne va orgogliosa poiché è il suo monumento nazionale. Dagli studi pubblicati, con ampi contributi degli storici Franco e Romano Liguori, si apprende che la sua storia iniziò in tempi lontani, precisamente nella prima metà del Quattrocento, per volontà di nobile di origine fiorentina, Bonaccorso Caponsacco, il quale ne promosse e ne finanziò la costruzione, annessa a un complesso monastico. Dopo il completamento dei lavori, avvenuto, come documenta un’iscrizione visibile sul portale, nel 1440, essa fu destinata a una comunità di frati francescani dell’Ordine dei Minori Osservanti, fino al Settecento, quando il vescovo Filippo Maria Trombini ordinò la chiusura del convento, poi soppresso con decreto di Gioacchino Murat, nel 1809. Da quanto si è appreso, i Ruffo, signori di Cariati, ebbero diritto di sepoltura all’interno dell’edificio religioso, denominato anche “Chiesa di Santa Filomena”, in riferimento a uno dei culti di santi del luogo che, nel tempo, vi sono stati introdotti. Gli elementi artistico-architettonici più significativi, indicati nella guida ufficiale di Cariati, curata dagli stessi storici, sono: l’interno ad una sola navata, con copertura a capriate e abside quadrangolare; l’esterno costituito da una sobria facciata con un portale ogivale in pietra, la cupola a costoloni rivestita internamente di maioliche decorate con motivo araldico. La chiesa ha suscitato l’attenzione di molti studiosi, che sono giunti a visitarla anche durante il lungo periodo in cui non è stata oggetto di particolare attenzione o di iniziative di tutela; basti pensare al fatto che, agli inizi del Novecento, alla facciata venne addossata una costruzione, adibita ad alloggio per il custode del cimitero comunale, dopo che, per questo scopo, il comune di Cariati aveva acquisito l’area del soppresso convento (1847). Gli storici informano che ci volle il dopoguerra, e la visita di un funzionario della Soprintendenza Provinciale ai Beni Culturali, per farla smantellare e avviare una serie di lavori, talvolta maldestri, di restauro, che non furono mai del tutto completati. E, ad offrire un impatto visivamente poco felice, oggi c’è anche una nuova struttura di accesso al camposanto, appoggiata sul lato destro del monumento nazionale. Nell’insieme, tuttavia, esso si presenta in buon stato di conservazione e integro nella struttura originaria e nelle componenti artistiche principali, grazie anche ad opere di consolidamento e risanamento strutturale effettuate, soprattutto a partire dagli anni Novanta, dalle amministrazioni locali. Ma, naturalmente, non basta poiché, per il recupero totale, sono necessari altri interventi, anche da parte degli organi di tutela, oltre a maestranze specializzate e ingenti risorse finanziarie, per le quali sono stati già avviati procedimenti. Quello che, invece, occorrerebbe fare al più presto è rendere fruibili i servizi della nuova ala del cimitero, che libererebbe il sacro edificio dall’attuale funzione di camera mortuaria, consentendo la regolare pratica del culto e un accesso più agevole ai visitatori; sarebbe, inoltre, utile e più che mai necessario inserire la chiesa, anche con un’opportuna operazione promozionale, nei circuiti turistici del territorio, oltre che negli itinerari religiosi della Calabria, insieme, naturalmente, alle altre chiese del centro storico di Cariati. Altrove ci si mobilita per molto meno. Un maggiore impegno e un’azione congiunta tra i nuovi amministratori e cittadini, porterebbe senz’altro dei risultati, primo fra tutti quello di sensibilizzare sulla necessità di proteggere e valorizzare un patrimonio importante, che in tanti hanno ragione di invidiarci.

 

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