Striscione di protesta all’ex ospedale, luogo simbolo della mobilitazione, ma anche a Paola e Cosenza ad opera di “La Base”
di Maria Scorpiniti
CARIATI – La Calabria alza la testa e dice no al caro bollette con azioni “dal basso” che vedono in prima fila il movimento cariatese Le Lampare Basso Jonio Cosentino e dell’aggregazione politica “La Base” di Cosenza. Da alcuni giorni, uno striscione di protesta contenente lo slogan “Basta caro bollette – Noi non paghiamo” è stato posizionato a fianco di quelli che reclamano, da più di due anni, il diritto alla salute e la riapertura del locale ospedale “Vittorio Cosentino”, divenuto il luogo simbolo delle battaglie per i diritti negati.
L’allarme sui rincari esagerati è stato lanciato dagli attivisti delle Lampare e dai componenti de “La Base” di Cosenza, che nella città dei Bruzi e a Paola hanno affisso un analogo striscione. Affermano, in maniera congiunta: «L’aumento delle bollette di gas e luce, nelle ultime settimane, ha già raggiunto livelli insostenibili per migliaia di piccole imprese, costrette alla chiusura, lasciando lavoratrici e lavoratori senza uno stipendio per affrontare i rincari. Milioni di persone quest’anno non avranno di che scaldarsi – asseriscono ancora – e non potranno permettersi di utilizzare elettrodomestici e fare la spesa. Verranno staccate le utenze di luce e gas, impattando in modo drammatico sulla qualità della vita delle famiglie e, in particolare, su anziani e bambini».
Le azioni di protesta di cittadini e piccoli commercianti, esasperati dai rincari, si stanno moltiplicando dunque anche in Calabria, “già terra di sfruttamento, povertà ed emigrazione”, con gruppi e comitati che non ci stanno a vedere degenerare la situazione. «Da diverse zone della nostra regione ci stiamo organizzando – concludono infine da Le Lampare e La Base – vogliamo farci trovare pronti e reagire ad una crisi che non è stata causata dalla popolazione, ma da multinazionali e governi complici».
Altre iniziative contro il caro bollette si registrano in varie zone della Calabria, e non solo, anche in tutta Italia, per denunciare una situazione che sta diventando insostenibile.