(da “Il Quotidiano del Sud” 24 dicembre 2022 di Maria Scorpiniti)
CARIATI – “Si poteva transennare e mettere in sicurezza la zona, in attesa di intervenire in maniera consona alle mura antiche del centro storico”. È questo il sentire comune, dopo il “maldestro” intervento operato su commissione del cittadino delegato, Aldo Fortino, ad un muretto del centro storico che presentava delle lesioni e avrebbe potuto costituire un pericolo per l’incolumità pubblica. Situato nei pressi di uno degli ingressi del borgo, denominato il Ponte, l’intervento è stato documentato con tanto di foto pubblicate dallo stesso Delegato su facebook, in cui si vedono due muratori all’opera mentre “riparano” il muretto con malta cementizia, coprendo di fatto le pietre che lo caratterizzano sin dalla sua edificazione risalente al Medioevo, come anche l’intera cinta urbica e gli otto torrioni che circondano l’abitato.
Pur salvaguardando la buona volontà del delegato Fortino, sono in molti a ritenere l’intervento un’ennesima “violenza”, perpetrata ai danni di un gioiello di centro storico (ricordiamo la costruzione a ridosso di un torrione di un paio di anni fa…). La messa in sicurezza di un bene monumentale, com’è noto, deve avvenire con un’opera di restauro, coinvolgendo le autorità preposte. L’ex consigliere comunale ed ex assessore della Giunta Greco, Sergio Salvati, nel definirlo “un intervento grezzo di risagomatura”, attacca: «Mi chiedo da cittadino cariatese se si è trattato di un lavoro commissionato dal Comune di Cariati, il quale in ogni caso necessitava la prescritta autorizzazione della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio, trattandosi di un rilevante bene storico ed architettonico, oppure di un intervento abusivo».
Salvati rivolge quindi un appello alle autorità locali, ognuna per la propria competenza, affinché prendano gli opportuni provvedimenti, individuando il responsabile/committente di tale “scempio” che ha deturpato un bene storico importante come la cinta muraria. «Da ex amministratore locale – afferma con amarezza – ho capito perché quelli come me, che hanno sempre agito nel rispetto dei ruoli, della legalità e della trasparenza, andavano allontanati. Stop a chi si alza la mattina – conclude – e gestisce la cosa pubblica come una cosa privata, nascondendosi dietro finte azioni di buona volontà».