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DISCARICA DI SCALA COELI, PRESSING DI LEGAMBIENTE

Richiesta la sospensione dei conferimenti dopo il sopralluogo al torrente Patìa. Secondo l’associazione ambientalista, urge un intervento per evitare l’inquinamento delle falde acquifere 

di Maria Scorpiniti (fonte “Il Quotidiano del Sud” 12 gennaio 2023)

SCALA COLELI – Il circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli, presieduto da Nicola Abruzzese, chiede la sospensione dei conferimenti presso la discarica di contrada Pipino, nel Comune di Scala Coeli, dopo il recente sopralluogo effettuato al torrente Patia e per verificare le condizioni della viabilità. Anche nel dicembre 2022, a seguito delle segnalazioni degli agricoltori che in località Pipino hanno le proprie aziende agricole biologiche, Legambiente si è recata sul posto e ha constatato che i rifiuti abbancati sono sommersi dall’acqua e allo stato il catino della discarica si è trasformato in un vero e proprio lago, segnalando la gravità della situazione agli uffici competenti con richiesta di controllo e di verifica urgente, rimasta finora senza esito.

«Visto il protrarsi della situazione – affermano da Legambiente – il presidente Abruzzese ha inviato il 10 gennaio scorso un esposto al Comando dei Carabinieri per la tutela dell’ambiente NOE (Nucleo Operativo Ecologico) per chiedere un intervento urgente al fine di evitare il probabile inquinamento delle falde acquifere con le conseguenti ripercussioni ambientali e sulla salute».

«Nella nuova discarica di Scala Coeli, su cui pende anche un ricorso al Consiglio di Stato presentato dall’associazione ambientalista – prosegue Legambiente – nel silenzio assordante della politica locale, regionale e nazionale e delle istituzioni deputate al controllo delle prescrizioni del Decreto autorizzativo n. 14284 del 20/11/2019, da fine ottobre 2022 sono già iniziati i conferimenti di rifiuti senza tener conto del parere della Struttura Tecnica di Valutazione del 24 gennaio 2019, e del 20 novembre 2019 che prescrive come l’effettivo esercizio della discarica dovrà essere condizionato al completamento dei lavori di adeguamento della viabilità comunale e provinciale di accesso». Opere che, a quanto pare, non sono state completate. Criticità che si uniscono alle altre, “insuperabili ed irrisolte”, che vanno a scontrarsi con la vocazione agricola del territorio.

Un’azione sostenuta dalla presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, che afferma: «Alla Regione chiediamo, con urgenza, di effettuare tutti i necessari controlli, di sospendere i conferimenti di rifiuti nella discarica di Scala Coeli e, nell’immediato futuro, maggiore coerenza tra i piani regionali di gestione dei rifiuti e quanto realizzato effettivamente sui territori a partire dall’abbandono della logica delle discariche. Chiediamo politiche reali sia per migliorare gli stili di vita e consumo dei cittadini in un’ottica di economia circolare, puntando ad una riduzione dei rifiuti alla fonte, un incremento della raccolta differenziata per raggiungere gli obiettivi di legge, il potenziamento degli impianti di riciclo esistenti e la realizzazione di impianti tecnologicamente avanzati per il riciclo e la valorizzazione dei rifiuti. Obiettivi essenziali da perseguire nell’interesse della collettività calabrese e del rispetto dell’ambiente».

Secondo l’Associazione, in Calabria la gestione del ciclo dei rifiuti continua a seguire “circuiti viziosi” e a non trovare reali soluzioni. Dal recente rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra del dicembre 2022, la Calabria risulta al 53,05% di raccolta differenziata su una media nazionale del 64%, una situazione in un lieve miglioramento rispetto agli scorsi anni, ma molto difficile soprattutto nelle province di Crotone (35,53%) e Reggio Calabria (38,38%). La Regione – ricordano da Legambiente – continua ad essere agli ultimi posti nelle classifiche nazionali e ben lontana dagli obiettivi fissati dalla normativa comunitaria che indica obiettivi di riciclaggio dei rifiuti molto elevati già nei prossimi anni.

«Nonostante gli intenti contenuti nel Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR), risalente al 2016 e modificato il 2022, miliardi di euro ed una gestione commissariale durata 15 anni – continua Legambiente – la Calabria continua a smaltire una quantità enorme di rifiuti in discarica e a spedirli all’estero con costi enormi. Da un lato, quindi, i tentativi della Regione Calabria, dall’altro i fatti, dissonanti rispetto ai problemi calabresi e agli obiettivi da raggiungere in base alla normativa in materia di rifiuti e di contrasto alla crisi climatica. In attesa che porti risultati concreti, la «Multiutility» di gestione del ciclo dei rifiuti e dell’acqua, sostitutiva degli Ato provinciali, la realtà della politica calabrese ci parla di incremento del termovalorizzatore di Gioia Tauro – soluzione errata e contraria ai principi dell’economia circolare e dello sviluppo ecosostenibile – e continua a realizzare anacronistiche discariche sul territorio».

È il caso emblematico e quasi surreale – conclude Legambiente – della discarica di rifiuti speciali non pericolosi di Scala Coeli, sulla quale Legambiente, a tutti i livelli associativi, sta portando avanti da anni una strenua battaglia.

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