Trento chiede conto del finanziamento ad hoc di 100mila euro e di quello di 1.490.170,00 euro per la difesa costiera. L’ex vicesindaco Salvati consiglia il ricorso alla somma urgenza per liberare subito l’imboccatura
CARIATI – Da qualche giorno, due grossi pescherecci della marineria cariatese sono ormeggiati presso il porto di Cirò Marina. I proprietari, con grande difficoltà, sono riusciti a portarli via da Cariati, in attesa di tempi migliori; un ripiego per continuare a lavorare e poter mantenere le proprie famiglie. L’enorme quantità di sabbia che ostruisce l’imboccatura del locale porto turistico e peschereccio, infatti, impedisce alle grosse imbarcazioni di entrare e uscire agevolmente dall’infrastruttura. Le gabbie-trappola dietro il molo sopraflutto non vengono svuotate da anni e l’intervento tampone di livellamento del fondale del giugno scorso è servito a poco. Nelle ultime settimane, con le mareggiate, il problema che da tempo tiene sotto scacco la marineria locale, già penalizzata dalle stringenti norme europee e dal caro carburante, si è ripresentato in tutta la sua gravità.
E mentre l’ex vicesindaco ed ex assessore della Giunta Greco, Sergio Salvati, propone al Comune come soluzione immediata il ricorso all’esercizio finanziario della “somma urgenza”, il consigliere di minoranza Leonardo Trento chiede conto dei finanziamenti regionali non spesi (sui quali ha presentato due interrogazioni consiliari) e invita la sindaca Filomena Greco ad andare a casa. Si tratta di uno stanziamento di 100 mila euro della Giunta regionale per il disinsabbiamento del porto, risalente allo scorso 3 maggio, e di quello più corposo per la difesa costiera. «Sarebbe opportuno – afferma Trento – che il sindaco dicesse chiaramente il perché in 10 mesi non ha inteso avviare le procedure per spendere i 100 mila euro concessi dalla Regione e informasse i cittadini sul perché non sono ancora iniziati i lavori per il completamento delle opere di difesa costiera e ricostruzione del litorale tra Capo Trionto e la Foce del Fiume Nicà, finanziati dalla Regione nel 2014 con 1.490.170,00 euro e aggiudicati nel 2016 a un’impresa locale». Questi lavori prevedono, oltre la realizzazione di un nuovo pennello a sud, anche il prelievo delle sabbie dal molo trappola, svuotato più volte in passato grazie a finanziamenti provinciali e regionali, con utilizzo a ripascimento sui tratti di lungomare e nelle zone San Paolo – Tramonti. Tali lavori di difesa costiera – a parere di Trento – avrebbero impedito la chiusura dell’imboccatura del porto.
Per l’ex assessore della Giunta Greco, Sergio Salvati, esistono le condizioni tecniche e finanziarie per intervenire subito. «La prima cosa da fare – dice – è quella di iniziare lo svuotamento delle trappole stoccando provvisoriamente in loco parte della sabbia accumulata nelle gabbie, che è risultata idonea al ripascimento a seguito dell’iter svolto per i lavori regionali “Difesa costiera e ricostruzione del litorale Crosia-Cariati”, di prossima esecuzione. Si potrebbe utilizzare l’iter procedurale durato un anno (caratterizzazione delle sabbie, rilievo batimetrico, ecc…) – spiega l’ex vicesindaco – relativo ai lavori per liberare l’imboccatura del Porto, eseguiti dal Flag “I Borghi Marinari dello Jonio” con finanziamento della Regione di circa 100 mila euro, ottenuto due anni addietro per lavori di livellamento con dragaggio delle sabbie dell’importo di circa 65.000,00 euro a base d’asta, per eseguire i medesimi lavori. Il costo ammonterebbe al massimo a quello precedente, ma permetterebbe di abbassare subito il fondale». Per l’ex amministratore sussistono tutti i presupposti di legge per utilizzare lo strumento finanziario della somma urgenza, oltre i tempi tecnici per la copertura finanziaria nel redigendo bilancio di previsione. La proposta risolverebbe il problema nell’immediato, in attesa della soluzione definitiva, e renderebbe fruibile l’infrastruttura, ritenuta strategica e indispensabile per lo sviluppo economico della cittadina, oltre che per la marineria locale e i tanti diportisti.
(MARIA SCORPINITI)