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CARIATI – LA CHIESA DIALOGA CON LA COMUNITÀ

Un dibattito nell’ambito delle iniziative del Sinodo 2021-2023 delle parrocchie

CARIATI – La chiesa che i cittadini di Cariati sognano deve essere più aperta al dialogo e all’accoglienza, e deve camminare insieme verso un’unica direzione. Deve essere capace di abbattere gli steccati, tra questi i confini parrocchiali, ed essere segno tangibile di unità in primis tra i sacerdoti e poi tra i fedeli delle diverse comunità. Sono, questi, i punti più importanti emersi nell’incontro “Dialoghi con la città”, che si è svolto lo scorso 15 febbraio presso la sala convegni del Museo civico del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni.

Organizzato nell’ambito delle iniziative del Sinodo 2021-2023 dalle parrocchie cattedrale San Michele Arcangelo, San Cataldo, Cristo Re e Santa Maria delle Grazie alla luce della Sintesi nazionale della fase diocesana “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, il momento di dialogo costituisce una nuova fase dello stesso Sinodo, incentrata sull’ascolto della gente comune, chiamata a dare una risposta alla domanda: “Qual è la Chiesa che sogniamo?”. Una nuova metodologia, voluta da Papa Francesco allo scopo di creare un clima di ecclesialità – come ha spiegato in apertura il parroco della Cattedrale, don Gino Esposito – e per far sì che ognuno, all’interno della chiesa, possa sentirsi a casa sua. Tutti siamo corresponsabili, con ruoli diversi ma con pari dignità – ha affermato tra le altre cose il sacerdote – perché la chiesa è una comunità formata da uomini e donne che credono, amano e sperano in Gesù di Nazaret.

In un tempo complesso come quello che stiamo vivendo – ha sottolineato don Gino – la comunità ecclesiale si trova spesso di fronte a nuove sfide; è fondamentale mettersi in ascolto per capire quale idea di chiesa abbiamo e quali percorsi possiamo elaborare insieme, con grande senso di responsabilità e in aperto dialogo anche con i non credenti.

Camminare insieme – ha affermato subito dopo Antonio Trento, che ha coordinato e collaborato all’organizzazione dell’incontro – significa assumersi la responsabilità di avere cura l’uno dell’altro e del pianeta. Questo Sinodo, per la prima volta – ha detto ancora – non chiede ai vescovi, ma alla gente comune, di formulare proposte valide per la Chiesa del Terzo Millennio che, in un tempo così difficile, possano indicare una via nuova per vivere il presente e assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni.

All’incontro erano presenti anche i parroci don Rocco Scorpiniti e don Geoge Viju.

(MARIA SCORPINITI)

 

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