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ADDIO A MARIO FONTANA, ARTISTA CONTEMPORANEO IN CERCA DELL’INFINITO di Assunta Scorpiniti

Ha vissuto la sua infanzia e gli anni veloci della prima giovinezza a Torretta di Crucoli (KR), dove viveva con la famiglia, ma ha molto frequentato Cariati, luogo d’origine della madre, prima di trasferirsi in Lombardia. Mario Fontana attribuiva alla sua arte il valore di una ricerca, “di amore e d’infinito”, diceva, sottolineando come l’arte lo facesse stare bene, lo accompagnava nella vita, gli regalava amicizia, rapporti umani, commozione per la fiducia che, con la sua spiccata sensibilità, percepiva di continuo.

Una fiducia che in realtà era ammirazione per l’abilità nel trasformare materiali, come legno d’ulivo, rame, ottone, marmo, pietra in sculture e rilievi che, insieme ai dipinti, realizzava secondo i canoni dell’arte contemporanea e con uno stile personalissimo, caratterizzato da linee nette ed essenziali, forme stilizzate, figure sinuose e senza volto, colori combinati con maestria.

Mario si era accostato all’arte nell’adolescenza, frequentando il laboratorio del noto artista calabrese Antonio Cersosimo, dove ha maturato le prime esperienze di pittura e di scultura, con particolare predisposizione per la tecnica del bassorilievo, anche se poi è stata la pittura a prevalere, con produzioni sempre rinnovate nelle forme e nell’espressione. Per il maestro aveva parole di riconoscenza, non solo per le cognizioni tecniche ricevute, ma per averlo formato come uomo; diceva: “ha fatto di me una persona migliore”.

Dopo il conseguimento del diploma di Scuola superiore, ha proseguito la sua   formazione artistica in vari atelier, spaziando  dalla pittura, al disegno, alla scultura; intanto entrava nell’Arma dei Carabinieri, quale componente dell’Ottavo Nucleo Elicotteri, a Vibo Valentia, dove ha trovato subito estimatori tra i  colleghi e i superiori che hanno incoraggiato il suo talento e i suoi interessi artistici.

Un percorso, professionale e artistico, che è proseguito in quella che è diventata la sua comunità di adozione, Cassano D’Adda, nel milanese, dov’era dove da molti anni di stanza come appuntato scelto, amato e stimatissimo, e dove  viveva con la moglie Manuela e i suoi piccoli bimbi.

Una comunità che ha reagito con sgomento alla notizia della sua  prematura scomparsa, a soli 43 anni e dunque nel pieno del vigore, della sua creatività e delle realizzazioni, a causa di un male crudele e inesorabile, che lo ha portato via in poche settimane.

Anch’io ho appreso la notizia con dolore, perché Mario mi era caro come amico e come artista; l’ho appresa da alcune cronache della provincia milanese pubblicate da un concittadino a lui molto vicino. Mario Fontana era un carabiniere-artista che in terra lombarda aveva saputo distinguersi per le qualità umane, professionali, per il talento che lo rendeva degno di ammirazione, e per aver saputo tessere, leggo su quella cronaca, “rapporti saldi e di rispettiva fiducia non solo con i concittadini, ma anche con le istituzioni, in primis con i sindaci”…  “non dimenticherò mai i tuoi occhi, il tuo sorriso, il servizio che hai reso alla comunità”, gli scrive, infatti, un primo cittadino.

Nemmeno io dimenticherò quel giovanissimo artista, poco più che ventenne, che tanti anni fa avevo conosciuto a proprio a Cariati, dove esponeva le sue opere nelle rassegne estive, con il quale ho condiviso momenti molto belli di partecipazione culturale e di cui ho scritto, tra l’altro, anche nel mio libro “Cariati e la sua gente”, pubblicato, in seconda edizione, nel 2004, con Progetto 2000.

Per questo, oggi, seguendo alla cerimonia solenne con cui la comunità originaria di Crucoli ha salutato questo figlio buono e  talentuoso, rendo omaggio all’amico caro andato via troppo presto; alla sua umanità e alla sua arte, che resterà, perché l’arte non muore mai, in tanti luoghi, multiforme e viva, a raccontare un uomo che cercava, donava e riceveva amore, rivolto all’infinito che lo ha accolto, mentre viveva la stagione bella della vita.

 

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