Francesco Cufari, ex presidente della Federazione Dottori Agronomi e Forestali della Calabria, invita a tutelare l’ambiente ogni giorno, non solo di fronte all’emergenza
CARIATI – «Lo sversamento di percolato della discarica di Scala Coeli che sta mettendo a rischio il territorio, la stagione turistica e la tenuta economica e sociale di un pezzo importante della costa ionica della Provincia di Cosenza, squarcia il velo di silenzio e disattenzione, che spesso gran parte dell’opinione pubblica, delle istituzioni e degli attori socio-economici hanno nei confronti delle tematiche relative l’ambiente, la sostenibilità e il preservare gli ecosistemi e con essi la nostra salute». Inizia così una nota a firma di Francesco Cufari, già Presidente Federazione dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Calabria, che invita a non creare allarmismi attorno alla vicenda, ma a capire il reale impatto dello sversamento sull’ambiente circostante, un dato che solo le analisi potranno darci con contezza.
«Sappiamo ormai da decenni – considera Cufari – che la condizione della discarica era e rimane critica per l’ambiente e, soprattutto, per le ricadute sulla salute di tutti i cittadini dei comuni limitrofi. Adesso c’è bisogno di essere comunità, nonostante le posizioni contrastanti; mi chiedo – continua – c’è forse qualcuno che non vorrebbe il problema “risolto” domattina come per magia? Sia le associazioni ambientaliste, sia gli attori economici, gli esperti, gli enti locali e regionali vorrebbero un territorio sano e salubre, privo di queste criticità che mettono a rischio l’intera economia nel periodo clou dell’anno per le vacanze, la pesca, gli sport acquatici».
È necessario – secondo Francesco Cufari – fermarsi e guardare all’intero quadro della situazione, non al singolo episodio, per comprenderne la reale portata e prevenire in futuro fatti peggiori. Certo, è prioritario affrontare e risolvere la crisi, portare via nel più breve tempo possibile il percolato e la parte di terreno inquinato, oltre alla verifica effettiva della penetrazione dello stesso nel suolo. Ma una volta asportato il materiale inquinante, non si può ignorare il complessivo tema della sostenibilità ambientale. «Chi desidera un territorio più pulito e sano, chi vive di turismo, chi opera nel territorio – prosegue il dottor Cufari – non può dimenticare che ogni scelta socio-politica deve tenere presente l’impatto ambientale ed essere capace di innovare, per garantire la sostenibilità di ogni singola azione. La nostra storia è tracciata nel mare, il nostro patrimonio ha le radici ben piantate nelle colline come se fossimo ulivi, da questo traiamo la vita e sono questi gli elementi che dobbiamo tutelare all’unisono ogni giorno, non solo davanti alle emergenze». (M.S.)