A Cristo Re celebrata la Giornata nazionale del Mare. Lancio di una corona di fiori in ricordo di tutte le persone morte in mare
CARIATI – Domenica scorsa, presso la parrocchia Cristo Re, l’Ufficio Diocesano per l’Apostolato del Mare diretto da don Giuseppe Ruffo ha organizzato la celebrazione della Giornata nazionale del Mare dal tema “Chi non ha pianto? Il Mare come luogo di Vita”. Un appuntamento di sensibilizzazione a 10 anni dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa, inserito negli incontri sinodali, che serve a ricordare e riconoscere l’importante apporto dei lavoratori del mare all’economia dei Paesi, ma anche la situazione umana che vivono a livello locale, facendo emergere la bellezza delle diverse realtà e denunciando le problematiche connesse.
La Giornata è stata preceduta da due momenti di preghiera: il 6 luglio sul lungomare di Schiavonea, ai piedi della statua della Madonnina, con la presenza dell’arcivescovo di Rossano – Cariati mons. Maurizio Aloise, e il 7 luglio sul lungomare di Mirto Crosia, guidato da don Giuseppe Ruffo. La Giornata a Cristo Re è iniziata in serata con la messa presieduta dallo stesso don Ruffo, concelebrata insieme al parroco don George Viju, cui erano presenti, tra gli altri, il presidente della Lega Navale di Cariati, Francesco Cufari, il vicesindaco Maria Crescente, il delegato comunale alla pesca Gabriele Alterino e rappresentanti dei pescatori. Al termine, sul lungomare, la benedizione del mare con lo stupendo sfondo del tramonto ionico e il lancio di una corona di fiori in ricordo di tutti i marittimi, pescatori e migranti che proprio in quelle acque hanno perso la vita.
È stato Giovanni Paolo II, con il documento “Motu Proprio” (1997), a porre particolare attenzione alla pastorale della gente di mare; l’Ufficio Nazionale per l’Apostolato del Mare Stella Maris è stato poi istituito nel 2012 ed ora è presente nelle Diocesi. Nei mesi scorsi, a livello locale, si sono svolti altri incontri con le famiglie di pescatori, che hanno messo in risalto la passione con cui, da generazioni, portano avanti il loro difficile mestiere e le criticità che incontrano nell’esercizio dell’attività. Tra queste, il dover restare troppe ore in mare, le stringenti normative attuali che non tutelano i pescherecci a conduzione familiare, le quote del pescato imposte dalla Comunità Europea, che limitano le uscite delle imbarcazioni e impongono l’uso di reti con determinati criteri. In particolare la marineria di Cariati, tra le più antiche della costa calabrese, si è vista ridurre i posti barca del porto a motivo dell’aumento di quelli assegnati al settore turistico. Ma a mettere in ginocchio una categoria già provata vi sono altre due problematiche: il caro gasolio, ritenuto insostenibile, e l’insabbiamento all’imboccatura dell’infrastruttura che impedisce ai grossi pescherecci di entrare ed uscire agevolmente, soprattutto nei mesi invernali. C’è anche chi pensa di vendere la barca e di intraprendere la dolorosa strada dell’emigrazione. Dai lavoratori del mare, dunque, la richiesta di interventi urgenti e risolutivi. Istanze recepite dalla Chiesa diocesana, di cui potrà farsi portavoce nelle sedi opportune.
Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 11 luglio 2023)