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ADDIO AL PROF. FRANCO LIGUORI – CI LASCIA UN’IMPORTANTE EREDITÀ CULTURALE di Assunta Scorpiniti

Oggi, nella cattedrale San Michele Arcangelo di Cariati, sono state celebrate le esequie del caro Prof. Franco Liguori, scomparso ieri all’età di 76 anni. Mi sono sempre pregiata della sua stima, del suo affetto e della lunga e intensa condivisione culturale. Per questo mi fa piacere dare testimonianza di ciò che il Professore è stato e di quanto ha donato a Cariati, alla cultura e alla Calabria. Una testimonianza certamente parziale, rispetto alla sua statura morale, di studioso, di docente, di signore di altri tempi amico di tutti, senza distinzioni, e che, nella sua umanità, era anche un papà, un marito, uno zio, un fratello, capace di incommesurabile amore, anche per il piccolo Franco, che, è scritto nella dedica della sua ultima opera, gli ha dato “la gioia e l’orgoglio di essere nonno”.
Non eravamo pronti a questo addio improvviso. E ci chiediamo quanto sarà grande il peso dell’assenza, nella comunità locale e nella più ampia comunità culturale, che avevano in lui un punto di riferimento. Perchè i suoi contributi erano sì quelli della sua sapienza, gli insegnamenti, le opere realizzate fino agli ultimi giorni, ma erano anche di grande attenzione alla cittadinanza e alla vita civile, che seguiva con i suoi interventi appassionati; erano anche di costante, prestigiosa e rassicurante presenza ad ogni evento della comunità, sia civile, religioso, culturale o privato di cui era sempre profondamente partecipe.
Una presenza costante anche nel dibattito culturale del territorio, in Calabria e nell’Italia Meridionale, un ambito in cui era ben conosciuto e stimato. Era infatti Deputato di Storia Patria per la Calabria, membro autorevole dell’Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia di Taranto, dell’Istituto di Storia del Risorgimento e dell’Istituto Calabrese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, e dal 2016 Presidente regionale della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali.
In quelle sedi prestigiose, in cui ha avuto accesso, oltre che per le qualità personali, per l’eccellenza della sua opera storica e intellettuale, so che manifestava con orgoglio l’appartenenza alla sua città e alla sua terra, di cui è stato figlio illustre e devoto al punto da dedicarle tutti i suoi giorni, un impegno incessante, i viaggi continui nei vari archivi di Stato, nelle biblioteche italiane, negli archivi Vaticani per ricercare e verificare, con intenso studio e ammirevole rigore, le fonti storiche, e renderla, così come la riteneva, importante, nel panorama storico, geografico e culturale del Sud Italia.
E questo già dal 1981, quando ha dato a Cariati la sua prima storia scritta, pubblicando, insieme al fratello Romano, anche lui studioso illustre, il volume “Cariati nella storia”, che resta la pietra miliare di tutti i nostri studi, e poi di innumerevoli scritti e opere di alto valore storico e letterario, fino a “Cariati nel Novecento tra cronaca e storia”, un vero gioiello per contenuti e per l’originalità dell’indagine storica, che, come altre importanti opere del Professore, ho avuto il piacere di presentare, nello scorso mese di gennaio.
Ma altrettanto ha dato alla scuola. Intere generazioni di studenti, che si sono formati al suo insegnamento appassionato di materie letterarie, svolto per lo più nel locale liceo scientifico, gli manifestano oggi, attraverso i canali social, sincera gratitudine e ammirazione per il suo sapere.
Il Professore aveva una conoscenza sorprendente, e una memoria infallibile di ogni fatto storico, delle date, dei personaggi, della vita sociale e civile di Cariati, che con impeto e sincera passione civile voleva sempre elevata dalla mediocrità, dalla rassegnazione, dal disinteresse e da quel disimpegno che impedisce di progredire. Aveva, come si dice oggi, anche visione, nel saper stimolare i percorsi futuri.
Aveva per questo salutato con grande gioia, perché, a suo dire, getta una luce di positività sulla nostra cittadina, l’apertura del Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni di Cariati, che mi onoro di dirigere. Un museo che nell’ultimo periodo della sua vita il Prof. Liguori ha molto frequentato, da protagonista di eventi culturali e da amico, consigliere, estimatore della mia persona e dell’opera che stiamo portando avanti.
Con altrettanta gioia aveva salutato la nuova stagione amministrativa, su cui riponeva le speranze di rinascita per Cariati, alla quale aveva voluto dare un segno di sostegno culturale, nonostante fosse molto affaticato e fragile; ha infatti redatto – e questo nemmeno un mese fa – scritti di promozione turistica e poi tenuto un brillante, applaudito, ultimo incontro il 5 agosto, proprio al Museo, sui Viaggiatori del Grand Tour a Cariati, abbinato a una sua interessante mostra documentaria.
Al museo veniva spesso, a parlarmi di storia, di cultura, di politica, dei progetti che avevamo messo in cantiere; a volte, con fiducia, delle sue preoccupazioni e anche, con commozione, della storia familiare dei Liguori, tutte persone di altissimo pregio, che hanno dato tanto alla comunità e nei rispettivi ambiti di azione; dal fratello architetto Saverio, al primogenito Cataldo, grandissimo uomo di stato di cui ho avuto l’onore di una profonda amicizia, la dolce, amatissima gemella Marisa, che oggi lo hanno certamente accolto nel cielo dei giusti.
Caro Professore, il suo passaggio su questa terra si è compiuto, ma non esaurisce la sua presenza tra di noi, perché continuerà a vivere attraverso l’immensa eredità culturale che ci ha lasciato, che ci impegniamo a custodire e a trasmettere, come sarebbe stato il suo desiderio, alle generazioni che verranno. Io le ho voluto bene. Buon viaggio. (A.S.)
(Nelle foto, del 28 gennaio scorso, la presentazione della sua ultima opera presso il Museo Civico di Cariati: “Cariati nel Novecento tra cronaca e storia”, edito da Tecnografica).
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