Il progetto prevede un’area metropolitana con due capoluoghi: Corigliano Rossano e Crotone
CARIATI – Una grande area metropolitana che parta da Crotone e arrivi fino a Gallipoli, in Puglia, e trasformi il Golfo di Taranto in Baia della Magna Graecia, con 24 scali portuali da collegare con degli aliscafi per riuscire ad intercettare il turismo del Salento. Un’area metropolitana vasta che preveda un doppio capoluogo di provincia: a nord Corigliano Rossano, a sud Crotone, con baricentro Cariati. Cica 400 mila abitanti, ridimensionando la provincia di Cosenza che oggi ne conta 700 mila, ma senza alcuna conflittualità con i capoluoghi storici di Crotone e Catanzaro. Si tratta semplicemente di dare pari dignità ai territori nella programmazione, ad esempio, dei piani sanitari o dei rifiuti, nonché di dare slancio all’economia e creare occupazione, frenando il grave fenomeno dell’emigrazione e dello spopolamento dei centri pedemontani.
Questa, in sintesi, l’idea progetto contenuta nel libro “La Baia della Magna Graecia” di Domenico Mazza, edito da Informazione & Comunicazione, presentato a Cariati presso l’area antistante la sede della Lega Navale il 23 agosto scorso. L’incontro, molto partecipato, è stato introdotto e moderato dal giornalista Matteo Lauria del Comitato Baia della Magna Graecia, da tempo impegnato a promuovere iniziative di sensibilizzazione verso un progetto per alcuni versi rivoluzionario, ma che se supportato dalle istituzioni potrebbe offrire concrete prospettive di sviluppo e benessere per le popolazioni locali.
Nel corso della presentazione, il sindaco di Cariati, Cataldo Minò, e la presidente del Consiglio comunale, Alda Montesanto, hanno affermato la validità dell’idea, dichiarandosi disponibili a sostenerla come Amministrazione proprio per i tanti risvolti positivi che potrebbe aprire in favore della popolazione locale. Un progetto valido anche per Mimmo Formaro del gruppo di minoranza Le Lampare, che darebbe la possibilità ad un territorio come Cariati, negli anni scippato di tutto, di riscattarsi e ottenere quei servizi indispensabili alla vita di una comunità. Sono intervenuti anche Francesco Cufari, presidente della sezione locale della Lega Navale, che ha puntato l’accento sui risvolti turistici derivanti da un discorso di rete delle portualità che si affacciano sul golfo di Taranto, e Michele Caligiuri, già dirigente sanitario dell’ospedale di Cariati, che ha accennato ai vantaggi derivanti da un’ottimizzazione della sanità in un ambito provinciale di oltre 400mila abitanti.
Nel suo puntuale e articolato intervento, Domenico Mazza ha rimarcato la necessità di imbastire processi d’equità territoriale in seno alle suddivisioni amministrative della Regione, non per creare cortocircuiti istituzionali – ha precisato – ma per avviare processi di crescita finalizzati al riscatto jonico ed, in generale, al benessere della Calabria tutta. «Bisogna comprendere – ha rimarcato l’autore – che soltanto bilanciando gli ambiti regionali si può pensare di avvicinare il cittadino alla politica. La nostra è una regione di borghi – ha proseguito – e l’obiettivo principale della politica dovrebbe essere quello di mettere un freno all’esodo dei cittadini che partono anche per ricevere cure sanitarie adeguate. Il territorio ionico, poi, sconta un ritardo enorme rispetto al resto della Calabria; un abitante di Cariati o dell’entroterra che abbia bisogno dell’emodinamica, ad esempio, deve andare a Castrovillari o a Catanzaro, distanti ben oltre la famosa “ora d’oro” prevista per legge. Un sistema scriteriato che ha reso alcune aree della Calabria più emancipate rispetto ad altre. Da questa zona dunque – ha concluso – deve partire una nuova visione che possa cambiare realmente lo stato delle cose».
(Maria Scorpiniti da “Il Quotidiano del Sud” 26 agosto 2023)