CARIATI – Più di un anno fa la Regione Calabria ha approvato un Regolamento per procedere all’affrancazione e legittimazione per usi civici di terreni di natura demaniale di proprietà del Comune di Cariati. A distanza di un anno da quel Regolamento, sembra tutto fermo. A porsi il problema è il gruppo consiliare di minoranza Le Lampare che in un’interrogazione sollecita l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Cataldo Minò a procedere all’alienazione di suddetti beni anche perché, com’è noto, vi sono numerose istanze dei cittadini tese appunto alla legittimazione e affrancazione di quelle proprietà detenute a volte da diverse generazioni.
In mancanza del titolo pubblico, infatti, non è possibile commercializzare i beni in questione, né procedere alla regolazione di diritti e alla risoluzione delle esigenze familiari che ne conseguono. «Alcune istanze sono giacenti da oltre 15 anni – ricordano dalle Lampare – moltissime pratiche sono corredate di prova dell’avvenuto pagamento, dovuto in termini di liquidazione dei diritti in favore del Comune e delle spese di istruttoria per i Periti individuati dall’Amministrazione».
Non sarebbero chiari – sempre secondo il gruppo consiliare – nemmeno i criteri di scelta delle pratiche da istruire, poiché non viene seguita una cronologia di presentazione, né la gestione delle stesse pratiche. I cittadini interessati, che negli ultimi mesi si sono recati presso l’Ufficio Tecnico, in risposta si sono sentiti dire che “il Comune non può far niente, in attesa delle decisioni della Regione Calabria”, mentre è noto che da oltre un anno la Corte costituzionale con sentenza n.236/2022 ha annullato la possibilità di continuare l’istruzione delle pratiche secondo la procedura semplificata.
«Una volta tanto, in maniera solerte – continua il Gruppo di opposizione – la Regione ha approvato un apposito regolamento in base a cui istruire le pratiche (il n.10 della G.R. del 2 dicembre 2022), fornendo a ogni Ente, compreso il Comune di Cariati, lo strumento per procedere alle alienazioni di beni demaniali». Per Le Lampare, a risultare inadempiente sarebbe solo Cariati e, in particolare, l’Amministrazione attuale che, pur avendo gli elementi attraverso cui operare, non lo fa.
Il tutto deve avvenire attraverso una procedura pubblica – affermano in proposito – ed è forse ostacolante che la figura da designare debba avere le caratteristiche fissate dall’art.11 del Regolamento. Nell’interrogazione le Lampare chiedono quindi che vengano date risposte chiare ai cittadini sulla risoluzione del problema, per come promesso in campagna elettorale. «Non chiediamo che prestino fede alla parola – puntualizzano dal gruppo – ma che si realizzi il diritto del cittadino e il dovere dell’Ente. Non vogliamo risibili risposte di qualche Dirigente che avalla la voluta confusione tra l’evasione delle pratiche sulla base della legge regionale n.18/2007 e l’interrogazione dell’altro gruppo di minoranza “L’Alternativa c’è” che vede l’atto di Autorità Giudiziaria di massimo grado, per il quale l’Amministrazione doveva e deve il dovuto rispetto». Le Lampare offrono, infine, la loro collaborazione per individuare nel corso della discussione in Consiglio le soluzioni ad una problematica di interesse pubblico. (M.S.)