Si chiama “Kalyna”e ha come mission quella di aiutare il popolo che subisce l’invasione russa
CARIATI – Si è costituita ufficialmente a Cariati qualche settimana fa, ma è attiva da tempo, una nuova associazione di volontariato composta dalle donne ucraine, migranti e profughe, che risiedono nel territorio comunale. Il suo nome è “Kalyna” ed ha come simbolo un arbusto resistente, il viburno, immagine del coraggio e del patriottismo ucraino. Il sodalizio è presieduto da Olha Badzhurak, da diversi anni nella cittadina ionica, ed ha come mission quella di aiutare il martoriato popolo ucraino, da circa due anni in guerra contro l’invasione russa.
«Il nostro è un popolo che con la sua eroica resistenza – afferma la presidente Badzhurak – sta dimostrando al mondo intero di essere il baluardo della democrazia e della libertà a difesa di tutta l’Europa occidentale. Lo squadrismo russo non riuscirà a fiaccare il coraggio del valoroso popolo ucraino».
Le donne ucraine di Cariati, attraverso l’associazione, sono impegnate anche a far conoscere la cultura e le tradizioni della loro terra. Un’attività che svolgono da tempo, con la partecipazione ad eventi e la produzione e degustazione di prodotti tipici. Con l’incalzare del conflitto, nell’ultimo periodo sono impegnate a raccogliere donazioni in denaro, generi alimentari, medicinali e quant’altro necessita ad un popolo impoverito e stremato dalla guerra, che inviano in Ucraina ogni 15 giorni.
Tra le attività, ricordiamo quella dell’estate scorsa con la partecipazione alle manifestazioni organizzate dalla Lega Navale presieduta da Francesco Cufari. In quella occasione, le donne ucraine hanno allestito uno stand di piccola oggettistica e souvenir il cui ricavato, e quello di altre iniziative umanitarie, è stato inviato all’ospedale pediatrico di Kyiv e ai militari che operano in zone di guerra.
La Presidente di Kalyna ringrazia per la collaborazione anche l’associazione Nuovo Cielo guidata da Sara Bianco, la Direttrice del Museo Civico Assunta Scorpiniti che diverse volte l’ha coinvolta nelle iniziative museali, infine gli organi di stampa. Un particolare grazie lo rivolge alla farmacia Menga per aver più volte offerto preziosi kit di medicinali, molto apprezzati dai medici ucraini. Olha Badzhurak esprime gratitudine pure alle comunità parrocchiali di San Cataldo, nella persona di don Rocco Scorpiniti che ha donato non solo beni materiali, ma anche preghiere e buoni consigli, e di Cristo Re, diretta da don George Viju, che ha sostenuto la causa con derrate alimentari.
Infine, si rivolge al sindaco Cataldo Minò e all’Amministrazione comunale affinché fra i loro innumerevoli impegni ci sia spazio per gli immigrati e i profughi ucraini che vogliono partecipare attivamente alla crescita e allo sviluppo di Cariati, la cittadina che li ospita “amorevolmente” e che sentono come una seconda Patria. «Ci sentiamo accolti dai cariatesi – conclude la presidente Badzhurak – ci hanno aperto le porte delle loro case per darci lavoro e dignità, e ci trattano come fratelli. Li ringraziamo per l’accoglienza e la simpatia, l’affetto e la stima che continuano a dimostrarci. L’Ucraina vincerà grazie anche al popolo di Cariati».