CARIATI – Sulla questione dell’incandidabilità dell’attuale sindaco di Cariati, Cataldo Minò, il gruppo di minoranza L’Alternativa C’è, che ha presentato ricorso alla magistratura, replica alle affermazioni della maggioranza, diffuse due giorni fa in una nota. «Prendiamo atto – affermano dal Gruppo – che il sindaco Cataldo Minò, non è dato sapere sulla base di quali eventuali entrature, vanterebbe ad oggi una sicura e positiva sentenza in tasca, relativamente al ricorso da noi presentato sette mesi fa, comunicato nel primo consiglio comunale pubblico dopo le elezioni, sulla sua incandidabilità per esser stato condannato in via definitiva, assieme ai colleghi amministratori di qualche anno fa, del causato dissesto delle casse comunali. Con più normale ed umile rispetto delle istituzioni – proseguono da L’Alternativa C’è – pur continuando a ritenere fondate le ragioni di quel ricorso, ci limitiamo a rispettare con fiducia l’attività della magistratura alla quale anche in questo caso ci siamo rivolti per fatti antecedenti la nascita dell’Amministrazione comunale in carica. Ecco perché per rispetto delle istituzioni pubbliche – continuano – ci aspettavamo che non fosse il Comune tenuto a sostenere le spese legali per la difesa di Minò.
Ha prevalso anche in questo caso l’etica bancomat che sta distinguendo tutte le iniziative di spesa e di spreco assunte in questi pochi mesi dall’attuale Amministrazione comunale in spregio ad ogni principio di efficienza, trasparenza e con un accumulo di conflitti di interessi, in perfetta continuità con i danni erariali già causati dalle passate amministrazioni, di cui sono stati co-protagonisti insieme a Minò anche famigliari degli attuali amministratori».
La rinascita di Cariati sarebbe quindi “presunta”, poiché oggi si starebbero vedendo i frutti degli investimenti e delle risorse “ingenti” lasciate dalla precedente Giunta a guida Filomena Greco. L’Alternativa C’è afferma infine di confidare nell’azione giudiziaria e rimarca che il rispetto delle leggi non è subordinato all’esercizio legittimo della sovranità popolare. «Ribadiamo – concludono da L’Alternativa C’è – che gli unici passi da gigante sotto gli occhi di tutti sono quelli dello spreco di risorse pubbliche in tutti i settori, sin dall’insediamento di questa Giunta, con incarichi a parenti e amici di assessori e consiglieri».
Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 26 gennaio 2024)