Domenica scorsa la festa del ritorno del protettore e compatrono della città
CARIATI – San Cataldo Vescovo, protettore e compatrono della città, domenica scorsa è tornato nella concattedrale San Michele Arcangelo di Cariati. L’evento è stato preparato con cura nelle settimane precedenti dalla parrocchia della chiesetta rurale a Lui dedicata, guidata da don Rocco Scorpiniti, e da quella della Concattedrale diretta da don Gaetano Federico, nonché dai tanti volontari e collaboratori. Quest’anno la festa del ritorno è stata solenne e si è svolta secondo l’antica tradizione religiosa e identitaria molto sentita dai cariatesi, devoti al Santo dei miracoli. Come solenni sono stati i festeggiamenti religiosi e civili dello scorso 10 maggio, giorno della festa, che seguono un preciso rituale, rimasto inalterato nel tempo, con la messa pontificale e la partecipata processione dalla cattedrale del centro storico fino alla chiesetta rurale in riva al mare, distante circa tre chilometri dall’abitato. A distanza di quasi due mesi, la sacra effigie è ora ritornata in processione nella sua cappella, posta a destra della navata maggiore della cattedrale neoclassica del centro storico. Vi resterà alla venerazione dei fedeli fino al prossimo 10 maggio 2025.
La festa del ritorno del Vescovo irlandese, vissuto nel VII secolo a Taranto, dove approdò a seguito di un naufragio ed operò compiendo molti miracoli, ha preso il via venerdì 5 luglio con la ricca sagra di prodotti tipici e l’animazione musicale di Isabella Belfiore nell’ampio cortile della chiesetta nella frazione San Cataldo. Il giorno successivo, la veglia di preghiera e i vespri sul sagrato, poi il corteo a piedi di domenica scorsa fino al centro storico, preceduto dalla banda musicale “Zio Cosimo Torchia – Città di Cariati” diretta dal maestro Antonio Cirigliano. Al termine della processione, la messa concelebrata da don Rocco e don Gaetano, infine l’allegria del gruppo folcloristico “A Pacchianeda – Città di San Sosti”, con le loro coinvolgenti danze itineranti per le vie del borgo. (Maria Scorpiniti)