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CARIATI – LE LAMPARE ATTACCANO LA GIUNTA SU ACQUA E FOGNA

«Ordinanza di divieto dell’uso dell’acqua del Petraro ancora in vigore, soldi buttati e un grave vuoto comunicativo»

CARIATI – A distanza di quasi due mesi dalle analisi effettuate sulla condotta, l’acqua che proviene dal Petraro ancora non è potabile. L’ordinanza sindacale che ne vieta l’uso per scopi umani è infatti ancora in vigore. Un problema antico che si è ripresentato puntuale in estate e che il gruppo di minoranza Le Lampare aveva previsto. «Ancor prima che il problema diventasse grave, il 4 luglio, avevamo segnalato all’ufficio tecnico la nostra preoccupazione in coincidenza con l’arrivo imminente dei turisti. – affermano Nunzio Funaro e Mimmo Funaro, consiglieri de Le Lampare – Nessuna risposta ci è giunta – aggiungono – come d’abitudine consolidata. Nel frattempo il Comune di Cariati, al di là dei post degli “assessori del fare”, ha continuato a buttare soldi senza risoluzioni alcune. Il classico buco nell’acqua che si ripercuote nelle casse comunali».

Come nei giorni scorsi ha già fatto l’altro gruppo consiliare di minoranza, L’Alternativa C’è, anche loro chiedono a nome dei cittadini come mai l’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua del Petraro sia ancora in vigore, rimproverando il sindaco Cataldo Minò di non proferire parola sulla questione.

«Un mese di vuoto comunicativo – affermano – in cui centinaia di cittadini hanno utilizzato sia per scopi igienici che per cucinare acqua non potabile, così anche le attività aperte al pubblico perché non dovutamente informate. Un atteggiamento gravissimo, omissivo e pericolosissimo per la salute pubblica da parte dell’amministrazione, che dovrebbe invece porre al primo posto la salute dei cittadini». Lo stesso atteggiamento utilizzato in agosto con il divieto di balneazione a San Paolo, la cui ordinanza è stata pubblicata solo sul sito del Comune.

Le Lampare fanno poi un elenco dei costi sostenuti dalla Giunta per il servizio idrico. Ecco l’estratto conto al 2 settembre 2024: 50 mila euro per interventi impianti idrici; 140.719,29 euro per fornitura acqua Regione Calabria; 32 mila euro per utilizzo pozzo; 121.600 euro per servizio idrico – acquisto beni e servizi; 6.968,64 euro per monitoraggio acque. «A questi denari dei cittadini si devono aggiungere altri 19 mila euro per la fornitura e posa in opera del nuovo trasformatore che si bruciò, secondo la maggioranza, a causa delle altissime temperature – continuano – e che era però raffreddato ad olio… magari prossimamente, per rientrare dalle spese, si rinuncerà a dare qualche altro incarico a qualche professionista della cerchia». Per Le Lampare, in conclusione, l’attuale amministrazione si sarebbe dimostrata “non capace” di gestire il proprio sistema idrico, poiché finora avrebbe “buttato” oltre 380 mila euro in totale. (M.S.)

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