Il gruppo di minoranza commenta la sentenza del Tar: «Lo avevamo previsto sette mesi fa». Stilettata alla Giunta Minò: «Prepotenza nell’esercizio del potere»
«Come gruppo L’Alternativa C’è queste cose le denunciavamo in consiglio comunale a marzo, esattamente sette mesi fa. Ne rendevamo edotti tutti: sindaco, giunta, consiglieri di maggioranza e uffici comunali, in primis il Segretario Comunale che avrebbe potuto e dovuto suggerire altre strade». Dopo la sentenza del Tar Calabria del 5 ottobre scorso, che ha annullato l’approvazione del Bilancio preventivo e tutti gli atti allegati, arriva l’amara constatazione del gruppo “L’Alternativa C’è” che, insieme all’altro gruppo di opposizione, Le Lampare, aveva presentato ricorso al Tar tramite l’avvocato Oreste Morcavallo.
Il bilancio di previsione finanziaria 2024 – 2026 era stato approvato il 7 marzo scorso con i voti della sola maggioranza, senza la preventiva approvazione del Documento Unico di Programmazione (DUP). Ora, alla luce della sentenza, sono a rischio tutti gli impegni di spesa previsti, e tra questi le nuove assunzioni per la polizia municipale. Secondo l’Alternativa C’è, la maggioranza di Cataldo Minò ha dimostrato di non avere capacità di ascolto e confronto, di non tenere in considerazione i suggerimenti avanzati e motivati nell’interesse della trasparenza, correttezza e legittimità del principale strumento finanziario dell’ente, del buon funzionamento della macchina comunale e dell’intera comunità.
«La Giunta Minò ha preferito arroccarsi su posizioni di arroganza e rifiuto; noi avevamo anche preannunciato che questa vicenda si sarebbe trasformata in un boomerang. – aggiungono – Con la loro prepotenza nell’esercizio del potere e forse con la consapevolezza di poter continuare ad essere impuniti per i danni che si continuano a perpetrare al Comune e alla comunità, il Manuale della maggioranza Minò ha prevalso anche in quella occasione, dimostrando l’incompetenza e l’incapacità di questa compagine amministrativa».
Con l’annullamento del Bilancio di previsione da parte del Tar, che ha certificato una “violazione delle prescrizioni regolamentari”, sono stati annullati tutti gli atti approvati nella medesima seduta del 7 marzo: tassa di soggiorno, aliquote Imu, tariffe sui rifiuti all’Irpef, piano alienazioni immobiliari, tariffe del servizio idrico, piano delle entrate proprie dell’ente, canone unico patrimoniale e mercatale. Per effetto della sentenza, ora tutte le determinazioni assunte dagli uffici sulla base dei capitoli di un bilancio annullato, rischiano di produrre conseguenze negative per tutti e i contribuenti potrebbero anche impugnare eventuali pagamenti effettuati.
«Siamo di fronte alla sonora bocciatura del primo bilancio politico di Minò e dei suoi assessori» – continuano dall’Alternativa C’è, tacciando l’assessore al bilancio Francesco Cicciù di “incompetenza mista a presunzione” a motivo delle dichiarazioni fatte in quel consiglio e del suo incoraggiare i colleghi consiglieri a votare sì al documento contabile. Il gruppo di minoranza, a questo punto, invita il Delegato al Bilancio a dimettersi, non prima di aver ricordato allo stesso di aver fatto parte della passata giunta Greco e che, per tre anni, «ha lavorato per tessere la sua personalissima strategia di trasformismo alla prima occasione, per poter fare sotto traccia oggi tutto ciò che gli era stato giustamente impedito dal passato esecutivo».
Dal punto di vista politico, L’Alternativa C’è sottolinea il senso di impunità che distingue l’Amministrazione Minò e incalza: «Il Primo cittadino, indenne rispetto alle preoccupazioni legittime esposte dalla minoranza, forse perché abituato a tutt’oggi a non pagare, ha pensato anche in questa nuova veste ed occasione di poter infischiarsene, scaricando sulla città le conseguenze del malgoverno suo e di suoi attuali compagni e la malagestione delle risorse di tutti».
Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 9 ottobre 2024)