Il Primo cittadino di Corigliano Rossano sotto scorta a causa delle intimidazioni ricevute
Anche i primi cittadini di Cariati Cataldo Minò e di Caloveto Umberto Mazza hanno espresso ferma condanna verso gli atti intimidatori che hanno visto protagonista, nei mesi scorsi, il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi. La cosa che in queste ore, però, sconcerta i colleghi di Stasi è il fatto che lo stesso debba vivere sotto scorta, a seguito della decisione di intensificare la protezione presa da qualche mese dal Questore di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro. Una decisione scaturita, come si sa, da due gravissimi episodi. Il primo, subito dopo la sua rielezione, con la manomissione dei pneumatici dell’auto privata; il secondo, con la manomissione dei freni della stessa auto. Episodi inquietanti, denunciati alle forze dell’ordine, che hanno fatto scattare la sorveglianza speciale per motivi di sicurezza nei confronti di Stasi, mentre per il suo ex assessore all’ambiente, Damiano Viteritti, anch’egli oggetto di minacce, è stato disposta la misura della vigilanza generica.
Minò, nell’esprimere vicinanza e solidarietà al collega, anche a nome dell’Amministrazione cariatese, afferma: «Mi lascia attonito e mi rammarica apprendere che il Primo cittadino di Corigliano Rossano viva sotto scorta a causa di gravissimi atti intimidatori. Episodi del genere, contro chi si occupa del bene della comunità con coraggio e abnegazione – continua – vanno condannati e stigmatizzati. Si tratta di atti violenti e incivili, che vanno puniti senza alcuna tolleranza e che non possono e non devono minare la serenità di amministratori e delle comunità; sono certo – conclude il Primo cittadino di Cariati – che Stasi, a cui ci stringiamo con affetto, proseguirà la sua azione con la determinazione e l’impegno di sempre».
Anche per il sindaco Mazza di Caloveto, le minacce ad un sindaco offendono la democrazia e la serenità di una comunità. «Qualsiasi atteggiamento di prepotenza e violenza contro un sindaco o un amministratore – dice Umberto Mazza – deve trovare tutti coesi nel condannare quella che era e resta un’offesa, una minaccia alla democrazia e alla serenità delle nostre comunità».
Infine, l’appello a non lasciare solo chi si trova in tali situazioni. «Quanto accaduto – conclude Mazza – è sintomo di un clima inaccettabile che colpisce quotidianamente tutti i sindaci che restano sempre e comunque in trincea. Si faccia squadra a difesa delle istituzioni pubbliche e di chi le rappresenta». (M.S.)