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CARIATI – IL GIUBILEO DELLA VICARIA NEL RICORDO DI DON VITETTI

Cerimonia nella concattedrale con l’arcivescovo Aloise a trent’anni dalla morte del «testimone di fede e di unità»

CARIATI- La concattedrale “San Michele Arcangelo” di Cariati, eletta chiesa giubilare insieme ad altre quattro dell’arcidiocesi di Rossano – Cariati, gremita di fedeli provenienti anche dai centri vicini per la celebrazione del Giubileo della Vicaria nella speciale ricorrenza del 30esimo anniversario della morte del Servo di Dio don Alessandro Vitetti, di cui è in corso la causa di beatificazione. A rendere più solenne la funzione dello scorso 24 febbraio, la presenza dell’arcivescovo Maurizio Aloise, del diacono Rocco De Pietro, dei sacerdoti della Vicaria, di don Giuseppe Scigliano, responsabile dell’Ufficio Diocesano per la promozione della causa di Beatificazione e Canonizzazione di don Vitetti, di diverse confraternite e associazioni, tra cui gli “Amici di mons. Alessandro Vitetti” di Cirò, paese natale del sacerdote maestro di anime.

Presenti le autorità civili e militari, i sindaci Cataldo Minò di Cariati, Mario Sculco di Cirò, Paolo Pignataro di Terravecchia, Aldo Grispino di Mandatoriccio, Alfonso Benevento di Bocchigliero e il vicesindaco Michele Cataldo di Scala Coeli.

Tutta la celebrazione, aperta dal saluto del vicario foraneo don George Viju, si è svolta in un clima di preghiera e di raccoglimento. Nel corso dell’omelia, l’arcivescovo Aloise ha rimarcato l’importanza del momento per ricordare don Vitetti nel giorno in cui, trent’anni fa, è salito in cielo, e nello stesso tempo per celebrare il Giubileo della Vicaria rafforzando i legami di fraternità tra chiese locali.

Non poteva mancare, nell’intervento del Presule, il riferimento alla figura e alla spiritualità di don Alessandro, un sacerdote che ha lasciato il segno nel cuore di tanti per la sua vita contemplativa, vissuta nella semplicità e nella preghiera. Mons. Aloise, nella sua riflessione, ha sottolineato infatti alcuni aspetti del suo ministero, caratterizzato – ha detto – dalla preghiera costante e da una dedizione senza riserve alla chiesa e ai vescovi che si sono succeduti nell’allora diocesi di Cariati: Eugenio Raffaele Faggiano (1936-1956), anch’egli in odore di santità, e Orazio Semeraro (1957-1967) che lo volle come accompagnatore durante i lavori del Concilio Vaticano II.

«Don Alessandro è stato capace di affrontare le sfide della vita con una fede incrollabile. – ha asserito mons. Aloise – In questo anno di Grazia, contro l’incredulità dilagante, siamo chiamati a vivere con lo stesso spirito e con la stessa speranza per essere testimoni autentici del Vangelo in famiglia e nelle comunità parrocchiali».

Su iniziativa dell’associazione “Amici di mons. Alessandro Vitetti” di Cirò, presieduta da Fausto Mingrone, il prossimo 12 ottobre 2025, a 110 anni dalla nascita del Servo di Dio, sarà posizionata all’ingresso esterno del centro storico di Cariati una statua a grandezza d’uomo di don Vitetti, commissionata all’orafo calabrese Michele Affidato.

Nella cittadina ionica il ricordo del Sacerdote è ancora vivo in molti anziani, che ne rammentano la propensione nel fare del bene e lo zelo missionario che lo portava a raggiungere ovunque le anime che a lui si affidavano. Sin dai mesi successivi alla sua morte, era già considerato Santo dalla pietà popolare e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi. Seppellito a Cirò (KR) nella cappella di famiglia, il 12 ottobre 2020 le sue spoglie sono state traslate nella concattedrale di Cariati.

L’iter del processo di canonizzazione, avviato in Diocesi nel 2007, è proseguito in Vaticano, che ha esaminato la sua figura sotto l’aspetto umano, sacerdotale, spirituale, culturale, relazionale ed ecclesiale. Dopo la conclusione della “Positio super virtutibus et fama sanctitatis” si attende, a brevissimo, il responso dei Censori periti storici e teologici che servirà a dichiarare l’eroicità delle virtù di don Vitetti, ossia la Venerabilità. Successivamente, dietro il riconoscimento di un miracolo, il Santo Padre dovrebbe proclamarlo Beato; infine, con un secondo miracolo, sarà dichiarato ufficialmente Santo.

Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 28 febbraio 2025)




 

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