Per il presidente del comitato “Angeli di Mandatoriccio” occorre uscire dai Palazzi e per toccare con mano i drammi quotidiani degli anziani e dei più fragili
«Mettiamo in campo tutte le risorse possibili per evitare il ripetersi di simili drammi. Occorre uscire dai Palazzi per vivere la strada e toccare con mano i drammi che quotidianamente vivono i cittadini». È l’invito che Antonio Falcone, presidente del comitato “Angeli di Mandatoriccio”, fa ai suoi concittadini e alle istituzioni, chiesa compresa, a seguito della tragica scoperta, nella mattinata di lunedì 10 marzo, del cadavere di un 80enne del luogo in avanzato stato di decomposizione.
L’uomo, deceduto probabilmente da circa 15 giorni, viveva in casa nella più totale solitudine. Ad allertare i carabinieri è stato un vicino, il quale non lo vedeva da diversi giorni. Entrato nella palazzina, ha bussato alla porta senza ottenere risposta. Il cattivo odore nelle scale, proveniente proprio dall’appartamento dell’anziano, lo ha spinto ad allertare immediatamente le forze dell’ordine che, con l’aiuto dei vigili del fuoco, sono riusciti ad entrare sfondando il vetro di una finestra al primo piano, trovandosi di fronte la macabra scoperta. Sul posto anche l’ambulanza del Suem 118.
La notizia ha lasciato la piccola comunità dello Jonio cosentino attonita ed ha fatto emergere in tutta la sua gravità il dramma della solitudine cui sono relegati i più fragili della società. Il Comitato, costituitosi lo scorso mese di febbraio a seguito di due eventi tragici che hanno colpito Mandatoriccio (la morte di una studentessa universitaria a Roma in un incidente stradale e quella di un giovane operaio caduto dal tetto di un capannone), ha intenzione di intraprendere iniziative di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale e nei luoghi di lavoro, e di impegnarsi nella promozione di eventi socio culturali rivolti ai giovani che hanno il diritto di avere una società migliore.
«Quello che è successo lunedì scorso – dichiara il presidente Falcone – fa emergere una situazione di solitudine ed emarginazione in una società che corre troppo veloce e lascia indietro i più deboli e fragili». Da qui l’invito alla riflessione, anche perché non è il primo caso che si verifica a Mandatoriccio e nei Comuni limitrofi. «Gli enti più vicini ai cittadini ne prendano atto – aggiunge – bisogna fare un’opera di sensibilizzazione e agire attraverso le associazioni di categoria per mettere in campo tutte le risorse possibili ed evitare il ripetersi di simili drammi. È necessario uscire dai Palazzi – va avanti Falcone – per vivere la strada e toccare con mano i drammi di tanti cittadini, sempre più rassegnati e piegati dall’abbandono di uno Stato capace di mettere in atto solo tagli e disservizi».
Il comitato “Angeli di Mandatoriccio” sollecita anche l’apertura di tavoli permanenti con le istituzioni sovracomunali e con il mondo della chiesa per raggiungere i più bisognosi attraverso azioni concrete, volte a integrare le “mancanze” di chi dovrebbe garantire loro un’assistenza dignitosa. «Le comunità vanno spronate non solo in occasione del ripetersi di eventi religiosi – a parere di Falcone – poiché oltre all’indispensabile preghiera servono “cantieri diocesani” mirati. Ne prendano atto – conclude – le minoranze paesane che criticano ogni azione di uomini e donne di buona volontà, che spesso trascurano lavoro e famiglie per cercare di amalgamare la società, portando avanti tradizioni e riti ereditati dai nonni con il solo obiettivo di tramandarli alle generazioni future». (M.S.)