Riccardo Magi, segretario nazionale di + Europa: «Iniziativa importante, ma ora al lavoro sui territori per il referendum del prossimo 8 e 9 di giugno sul riconoscimento della cittadinanza»
CROSIA – Il Comune di Crosia è un esempio di ospitalità, nella convinzione che dietro le caratteristiche fisiche o le confessioni religiose ci sia, prima di ogni cosa, la persona. Tuttavia è necessario fare un passo in più per far sì che gli immigrati non solo si sentano accettati, ma diventino parte integrante e attiva della comunità che li accoglie. È quanto ha dichiarato la sindaca Maria Teresa Aiello nei giorni scorsi, in un Palateatro gremito di giovani per la Festa del Rifugiato.
La Prima cittadina, nell’occasione, si è complimentata con il coordinatore del progetto Sai di Mirto Crosia, Ivan Papasso, e con gli istituti scolastici che hanno creato occasioni di confronto e percorsi interdisciplinari per suscitare nei ragazzi una riflessione sui temi della diversità e dell’integrazione. Aiello ha anche ringraziato la chiesa locale, la Croce Rossa, le associazioni e quanti fanno rete per consentire la piena inclusione dei 25 beneficiari del progetto Sai “Mar’aha” del Comune di Crosia, gestito da Cidis onlus e avviato nel 2016.
Plaude all’iniziativa anche Riccardo Magi, segretario nazionale di +Europa, il partito politico nato dall’incontro fra i Radicali italiani e il movimento “Forza Europa”. Magi, che ha partecipato da remoto alla Festa del Rifugiato di Crosia, ha fatto pervenire una nota agli organizzatori in cui afferma l’importanza dell’iniziativa perché – afferma – quando si parla di diritto di asilo, accoglienza, inclusione, si parla di qualcosa che è vicino al cuore della democrazia e allo Stato di diritto, oggi in crisi per vari motivi.
«Il diritto di asilo – ricorda nella nota il segretario nazionale Maggi – è sancito dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali. Molti dei nostri padri costituenti avevano a cuore tali questioni perché a loro volta erano stati perseguitati dal regime nazi-fascista, costretti a fuggire all’estero per non rischiare la vita o per vedere riconosciuti i diritti».
Purtroppo, negli ultimi anni, questi temi sono diventati oggetto di propaganda, strumentalizzazione e scontro, quando invece dovrebbero essere condivisi da tutte le forze politiche. «Oggi nel nostro paese – continua l’esponente di + Europa – abbiamo un normativa che non riconosce la cittadinanza a molti ragazzi e ragazze nati in Italia o che vi sono arrivati da piccoli. Devono attendere ancora molti anni prima di vedere riconosciuto questo diritto e ciò li porta a sentirsi stranieri».
Per questo, il partito+ Europa ha promosso un referendum per modificare la legge sulla cittadinanza, affinché gli stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale possano vedere dimezzato il tempo di acquisizione di tale diritto. Si parla di circa 2 milioni di persone, tra giovani, lavoratori, contribuenti, perfettamente inseriti nel territorio. «Riteniamo che un Paese che esclude queste persone dalla pienezza del diritto di cittadinanza – conclude Riccardo Magi – non riesce a guardare al proprio futuro e neanche al presente». Sul referendum del prossimo 8 e 9 giugno, + Europa avvierà a breve un dibattito a livello nazionale, regionale e locale.
Maria Scorpiniti