Originari di Cinquefrondi, dai primi del ‘900 lavorano l’erica per la creazione di ricercate pipe
MANDATORICCIO – È fresco di stampa l’ultima fatica letteraria dello scrittore Franco Emilio Carlino, in cui ricostruisce la storia della sua famiglia. “I Carlino di Mandatoriccio, originari di Cinquefrondi (RC)”, questo il titolo del volume pubblicato da Grafosud in coedizione con ConSenso publishing, è una sorta di viaggio a ritroso tra arte, artigianato e genealogia attraverso il quale l’autore, nativo di Mandatoriccio, socio dell’Accademia Cosentina e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, fa un appassionato racconto della storia della sua famiglia e dei sentimenti che lo legano al suo paese d’origine. Non solo. Come gli altri libri, anche questo è frutto di un’incessante e rigorosa ricerca storica che ha richiesto anni di lavoro.
Una famiglia, la sua, che ha caratterizzato sin dai primi anni del ‘900 la vita e l’artigianato del centro collinare ionico. Quattro generazioni dedite alla lavorazione dell’erica arborea, con cui realizzano raffinate pipe, e una tradizione tramandata da padre in figlio. L’attività, molto affermata e fiorente, richiede tuttavia un meticoloso processo di lavorazione, maestria e tanta creatività.
Tutto ebbe inizio negli anni ’50 con nonno Francesco, conosciuto in paese come zú Cícciu, che decise di partire da Cinquefrondi per stabilirsi a Mandatoriccio con nonna Marianna ed esercitare il mestiere di maestro segantino, proseguito poi da papà Edoardo e dal resto della famiglia. La fama delle pipe realizzate a Mandatoriccio oltrepassò i confini regionali e nazionali, ma lo scrittore spera che quest’arte possa continuare con le stesse tecniche di lavorazione, come espressione di una tradizione antica e della vivacità economica del piccolo centro ionico.
«È stato un grande dono poter fare parte di questa grande famiglia d’artigiani del legno, avviata da mio nonno Francesco – scrive l’autore nell’introduzione – che ancora oggi, dopo quattro generazioni, continua a lavorare il “ciocco”. Un’impresa artigianale – continua – in cui le buone idee continuano a circolare e a consolidare un patrimonio storico-culturale di cui il paese va fiero». Un passato di cui lo scrittore ha voluto custodire la memoria, insieme ai ricordi d’infanzia e ai sentimenti di gratitudine che lo legano ancora ad una comunità che ha condiviso con i Carlino successi e difficoltà.
Il saggista e critico letterario Gennaro Mercogliano, nella prefazione, rimarca la passione dell’autore nel trattare un tema in cui nome e impresa si confondono. «L’autore tesse una tenera e umanissima lode apologetica propria d’un figlio riconoscente – scrive Mercogliano – avviato con amore, rigore e perizia all’attività di famiglia pur nella diversa opzione professionale operata successivamente». Un piacevole racconto – afferma il prof. Mercogliano – nel quale l’autore è coinvolto sotto ogni profilo, di adolescente, di uomo e di artigiano nascente, in una affascinante avventura di famiglia.
Maria Scorpiniti