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CARIATI – IN PREGHIERA PER LE VITTIME DI CUTRO

Nella chiesetta di San Cataldo si è svolta la celebrazione in ricordo del naufragio, poi l’omaggio di una corona di fiori in mare. Un legno del barcone sarà custodito nel Mumam. Il sindaco Greco chiede un cambio di passo della politica europea

CARIATI – A distanza di un mese dal terribile naufragio di migranti nello specchio d’acqua di Steccato di Cutro, venerdì scorso, su iniziativa dell’Amministrazione Comunale, nella chiesetta rurale di San Cataldo si è svolta una celebrazione in ricordo delle vittime. Un momento di riflessione e di preghiera molto toccante arricchito dalla testimonianza di un’ospite dello Sprar, organizzato in collaborazione con le parrocchie Cattedrale San Michele Arcangelo e San Cataldo. Erano presenti don Giuseppe Pisani della Fondazione Migrantes – Diocesi di Rossano Cariati, che ha portato il saluto dell’arcivescovo Aloise, rappresentanti del mondo dell’associazionismo e della cooperativa sociale Agorà Kroton, il commissario prefettizio di Mandatoriccio Stefano Tenuta, nonché di numerosi studenti dell’Istituto Comprensivo e dell’Istituto di Istruzione Superiore di Cariati.

Nella chiesetta di San Cataldo, anche un pezzo di legno del barcone arenatosi lo scorso 26 febbraio a pochi metri dalla spiaggia di Cutro, che rimarrà in mostra nella Cattedrale per il periodo pasquale e, successivamente, verrà esposto in maniera permanente presso il locale Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni (Mumam). Al termine della messa, concelebrata dai parroci don Gino Esposito, don Rocco Scorpiniti e don Giuseppe Pisani, sono intervenuti gli studenti e Carmela Sciarrotta per la Fondazione Migrantes.

Don Gino, nel corso dell’omelia, ha parlato di “responsabilità collettiva” rispetto ai tanti migranti del Sud del mondo che si avventurano in viaggi della speranza e arrivano nel Mediterraneo, un tempo culla di civiltà, divenuto ora tomba di quella stessa civiltà. «Questi sono momenti importanti, la tragedia di Cutro ha scosso tutti – ha affermato – i poveri ci imbarazzano, sono il segno di un sistema che continua a generare ingiustizie. Laddove non c’è pace, non c’è un’economia libera – ha proseguito – vivere in un mondo più giusto è possibile solo se si riesce a declinare la parola amore con donare ciò che spetta ad ogni creatura. Se perdiamo la sensibilità della giustizia – ha concluso il sacerdote rivolgendosi ai giovani presenti – perdiamo il senso di quella civiltà che i nostri padri hanno costruito con tanto sacrificio. Non aspettiamo quindi tragedie come queste per convertire le nostre coscienze e quella dei Paesi Europei».

Anche il sindaco Filomena Greco, presente con l’assessore Sara Bianco, ha affermato la necessità di un cambio di passo della politica europea che deve aiutare queste donne e questi uomini dando loro i mezzi e gli strumenti per costruire un futuro degno di essere vissuto. Rievocando le immagini dei tanti corpi senza vita rilasciati alla terra dal mare in tempesta, delle tante bare bianche ospitate nel Palamilone di Crotone, Greco ha messo in risalto la grande solidarietà dei crotonesi, manifestata anche il 14 marzo scorso durante la commemorazione silenziosa di Cutro, alla quale era presente insieme a centinaia di cittadini provenienti da tutta Italia e a tantissimi sindaci e istituzioni. «Vedere gli occhi spenti, pieni di paura per il futuro, dei superstiti e dei famigliari di quanti non ce l’hanno fatta – ha chiosato Filomena Greco – è stato straziante; abbiamo sentito insieme – ha proseguito – la forza ma anche la solitudine di fronte ad una tragedia che neanche una regione che combatte tra mille emergenze, come la Calabria, neanche una nazione, da sola, può sperimentare sulla propria pelle. Mancano le risorse per contrastare i numeri epocali degli sbarchi». È necessario che l’Unione Europea – ha detto in conclusione la Greco – garantisca aiuti e seri controlli nei e dai paesi d’origine di queste tratte, perché senza soluzioni dall’alto si continuerà a contare morti e ad essere terra di naufragi. Al termine della preghiera, è avvenuto il lancio in mare di una corona di fiori in ricordo di tutte le vittime.

MARIA SCORPINITI (“Il Quotidiano del Sud” 26.03.2023)

 

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