Il Circolo Nicà: “Abbiamo segnalato noi alle forze dell’ordine”. Gli attivisti ricordano le battaglie e le segnalazioni dei rischi
SCALA COELI – Si costituirà parte civile negli eventuali processi volti a risalire alle responsabilità di quanto accaduto in contrada Pipino, con il percolato fuoriuscito dalla discarica che, attraverso il torrente Patìa prima e il fiume Nicà dopo, si è riversato in mare. È l’annuncio di Legambiente, in prima linea da tempo per cercare di impedire, insieme ai movimenti ambientalisti, agli agricoltori e ai cittadini del territorio, che la Regione Calabria autorizzasse la realizzazione e il successivo l’ampliamento della discarica privata per rifiuti speciali di Pipino. Parla di verità che sta emergendo in materia ambientale, e che è solo questione di tempo. «Gli ambientalisti non sono Cassandre – affermano da Legambiente – ma persone che hanno cura e rispetto del territorio, che si basano sulla realtà, sulle norme vigenti e su dati scientifici. La verità è emersa da poco a San Giovanni in Fiore e sta emergendo, con la prepotenza dei fatti inconfutabili, in queste ore a Scala Coeli, un’altra delle battaglie che Legambiente sta combattendo, anche nelle aule giudiziarie, da anni, a tutti i livelli associativi, dal circolo Nicà di Scala Coeli, a livello regionale e a quello nazionale».
Legambiente ricorda che nella discarica di rifiuti speciali non pericolosi di Scala Coeli, in questi anni, sono proseguiti i conferimenti di rifiuti nonostante le denunce presentate dall’associazione e l’allarme dei titolari delle aziende agricole biologiche della zona. La vicenda è particolarmente attenzionata dalla Procura di Castrovillari e Legambiente ringrazia le forze dell’ordine e la Magistratura per il loro lavoro, in attesa dell’esito delle indagini per accertare cause e relative responsabilità.
«Oltre a costituirci parte civile, siamo molto preoccupati – puntualizza Legambiente – per i danni ambientali che la situazione sta provocando vista la compromissione grave per le acque fluviali. Continuiamo a chiedere alla Regione Calabria la chiusura della discarica di Scala Coeli, l’abbandono su tutto il territorio regionale della logica delle discariche e il rispetto dell’ambiente».
Il presidente del circolo Legambiente Nicà, Nicola Abruzzese, precisa: «Nella valle del Nicà si è verificato quello che abbiamo da sempre temuto e denunciato e che non avremmo mai voluto vedere e commentare, un vero e proprio disastro ambientale. Il percolato fuoriuscito dalla discarica – continua – si è riversato nel vallone Pipino/Capoferro, il ruscellamento è proseguito nel fiume Nicà fino a sfociare dopo 15 Km nel mare Ionio al confine fra i Comuni di Crucoli e Cariati. Restiamo fiduciosi nell’operato degli enti preposti – aggiunge il Presidente dl Circolo Nicà – e nelle operazioni investigative disposte dalla Procura competente per accertare le cause che hanno determinato questo annunciato disastro ambientale». Infine, precisa che la segnalazione alla Stazione Carabinieri Forestale di Rossano, ai Carabinieri di Scala Coeli ed ai vertici di Arpacal è stata fatta dal suo Circolo, su sollecitazione degli allevatori del posto che, sin dalle prime ore della mattina, si erano allarmati per quanto stava accadendo.
(Maria Scorpiniti)