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CARIATI – MARE DA BERE, PAROLA DI ARPACAL

Gli esiti delle analisi chimiche delle acque si aggiungono alle altre analisi commissionate dal Comune. Oggi il sopralluogo del regionale Gallo, il prossimo 6 luglio la manifestazione sulla SS106 per chiedere la chiusura della discarica di Scala Coeli  

CARIATI – Al Comune di Cariati, ieri mattina, con i dati trasmessi da Arpacal, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, è arrivata un’ulteriore certezza sulla balneabilità del mare. Gli esiti delle analisi chimiche eseguite sul campione di acqua di mare prelevato a 100 metri a nord del fiume Nicà, confermano i risultati di altre analisi commissionate dall’Amministrazione comunale presso laboratori accreditati, che hanno monitorato l’intero litorale comunale in più punti, da San Leo  a Fiumenicà, restituendo dati eccellenti rispetto alla qualità delle acque.

Il sindaco Cataldo Minò, nell’esprimere soddisfazione per questi risultati, rassicura i cittadini e i turisti di un intero territorio, rimarcando che l’attenzione dell’Amministrazione comunale in merito alla situazione della discarica di Scala Coeli, e sull’eventuale livello di inquinamento nelle diverse aree interessate, rimane altissima, come del resto quella di tutte le autorità competenti.

A breve, in base ai dati Arpacal, i sindaci di Cariati e di Crucoli dovrebbero procedere con la revoca delle rispettive ordinanze di divieto di balneazione, pesca e approvvigionamento idrico, emesse in via precauzionale e per motivi igienico – sanitari a seguito dell’episodio del 22 giugno scorso accaduto a Scala Coeli. Per Cariati, il divieto di balneazione riguarda la lunghezza di 1 Km a nord della foce del Nicà, per Crucoli 1 Km a sud. Da revocare ci sarebbe anche il divieto di approvvigionamento idrico dal fiume Nicà di Paolo Pignataro, sindaco di Terravecchia, e quello di balneazione e pesca su tutto il territorio comunale del sindaco di Calopezzati, Antonello Giudiceandrea.

«Il fatto che le acque del mare di Cariati siano balneabili – afferma Minò – non deve farci distogliere l’attenzione dalla più ampia emergenza ambientale che, oltre l’allarmismo a fasi alterne, richiede una collaborazione costante dei cittadini e di tutti gli attori socio – economici, in particolare degli operatori turistici, rispetto a tutte le fonti di inquinamento: dai fossi d’acqua, passando dalle campagne fino alle spiagge e al mare».

Per il Primo cittadino non bisogna preoccuparsi solo per pochi giorni della maggiore e minore diffusione dell’inquinamento causato dalla discarica in questione, e poi disinteressarsi per settimane, mesi ed anni delle discariche a cielo aperto che le Amministrazioni comunali sono costrette a fronteggiare nei letti dei fiumi e alle loro foci, sulle spiagge e nelle strade interne, nelle periferie e in pieno centro urbano. I numerosi sacchi di plastica e lattine raccolti nei giorni scorsi dalla spiaggia, così come gli elettrodomestici abbandonati nei fiumi – secondo Minò – nulla hanno a che vedere con la discarica di Scala Coeli, ma offrono l’amara lettura di un’emergenza grave delle aree costiere.

Il Sindaco richiama pertanto le comunità e le istituzioni montane e dell’entroterra a dare più attenzione alla prevenzione e alla tutela dell’ambiente, poiché la particolare orografia della Calabria fa sì che l’inquinamento invisibile a monte si trasformi in emergenza ingovernabile a valle. «Serve massima sinergia e attenzione da parte di tutti e 404 i comuni calabresi perché – conclude Minò – quella ambientale va considerata ed affrontata come una questione circolare all’interno della quale tutti sono corresponsabili».

Purtroppo, a più di una settimana dallo sversamento dell’ingente quantitativo di percolato nel torrente Patìa, affluente del fiume Nicà, causato dalla rottura del tubo di aspirazione della discarica di Scala Coeli, rimane ancora molto liquido da smaltire, mentre l’indagine della Procura della Repubblica di Castrovillari va avanti e il sito è ancora sotto sequestro.

Lunedì scorso i Primi cittadini di Cariati, Scala Coeli, Crucoli e Terravecchia, presso la Cittadella di Catanzaro, hanno incontrato il presidente della Regione Roberto Occhiuto e i Prefetti di Cosenza e Crotone, esprimendo le loro preoccupazioni per una situazione che non sembra di facile gestione proprio a motivo del quantitativo di percolato fuoriuscito e sversato nel torrente Patìa, che deve essere smaltito. Occhiuto si è impegnato a chiedere aiuto fuori regione, mentre la ditta privata proprietaria della discarica continua con le sue autobotti a trasferire il percolato che può a Gioia Tauro.

Intanto ricordiamo che nella giornata di oggi, venerdì 30 giugno, l’assessore regionale Gianluca Gallo si è portato a Cariati e a Scala Coeli per rendersi conto di persona di quanto accaduto a seguito degli sversamenti dalla discarica di Pipino e per dimostrare concreta vicinanza al mondo degli agricoltori e della pesca, mentre per il prossimo 6 luglio è prevista una manifestazione sulla Strada Statale 106, promossa dal Circolo Legambiente Nicà, per chiedere la chiusura della discarica di Scala Coeli.

Maria Scorpiniti

 

 

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