CROSIA – Il Tribunale Penale di Castrovillari, nell’udienza del 3 ottobre scorso, ha disposto l’assoluzione di un cittadino afgano, S.A., accusato dei reati di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale commessi a danno della compagna V. C., italiana, che aveva intrapreso un percorso anagrafico e sanitario per la modifica del sesso. I fatti sono stati commessi in un’abitazione di Mirto Crosia, dove la coppia viveva, e la vittima, secondo i giudici che si sono riservati 60 giorni per mettere nero su bianco le motivazioni che hanno portato alla sentenza di assoluzione, è stata sottoposta a ripetuti episodi di maltrattamenti e di violenza sessuale.
Da quanto si è appreso, l’uomo, con condotte reiterate nel tempo, rientrava spesso a casa in stato di ebrezza e costringeva la compagna a subire violenze e offese di ogni tipo. La prima denuncia della vittima ai Carabinieri della Stazione di Mirto Crosia risale al marzo 2019, ma da allora le vessazioni non sono cessate, tanto da provocare alla donna sofferenze fisiche e psicologiche, rendendole la vita difficile.
I Giudici del Tribunale Penale di Castrovillari, dopo un’attenta valutazione, hanno deciso di assolvere S.A. “perché il fatto non sussiste”, accogliendo in toto la tesi sostenuta dall’avvocato penalista Vincenzo Arcangelo, che esprime soddisfazione per la sentenza di assoluzione del suo assistito, redatta ai sensi dell’art. 530, comma 2 del Codice di Procedura Penale.
Maria Scorpiniti