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IL PESCE FRESCO CALABRESE NEI MENÙ DELLE ALTRE REGIONI ITALIANE

Nuova provocazione di Otto Torri: “Salvo eccezioni, nei ristoranti locali si propone il salmone nordico o i gamberoni sudamericani”  

Quasi tutto il pesce fresco e di qualità, pescato ogni giorno a Corigliano-Rossano dalle imbarcazioni di una delle più grandi e storiche marinerie del Sud Italia, passa dal Mercato Ittico di Schiavonea. Da qui, purtroppo, prende altre vie e approda nelle pescherie, nei menù della ristorazione e sulle tavole di altre regioni d’Italia. Il copione è lo stesso quasi ovunque in Calabria, che è una penisola sì, ma di montanari forse, di oicofobici sicuramente.

È quanto ha denunciato Lenin Montesanto, direttore della storica associazione europea Otto Torri sullo Jonio, intervistato nel corso del format Mediterraneo, l’appuntamento del Tgr con l’attualità internazionale, con i popoli, la storia, la cultura e i volti del mare. «Quanto accade col Mercato Ittico di Schiavonea – continua Montesanto – rappresenta una delle istantanee più eloquenti di quella che da tempo andiamo denunciando come la gravissima oicofobia dei calabresi. La prova: salvo eccezioni rarissime e lodevoli, non c’è ristorante o trattoria locale che, invece della bellezza e della qualità dei pesci protagonisti nell’ottimo servizio nazionale di Pasqualino Pandullo, non proponga e promuova fisso nei propri menù quell’intoccabile, pessimo salmone nord europeo, notoriamente allevato nelle sue stesse feci; oppure quei famosissimi gamberoni sudamericani che, congelati e scongelati, fanno ogni settimana il giro del mondo o, ancora, quei finti e putrefatti crostacei e molluschi di dubbia provenienza asiatica, fatti sempre passare per freschi e locali nelle fritture di plastica che non mancano mai».

Siamo agli antipodi dell’educazione e della sovranità alimentare – continua Montesanto  – ma anche dell’economia circolare e di quello sviluppo eco-sostenibile e durevole di cui parlano ogni giorno politica ed istituzioni. Accade anche negli altri settori dell’agricoltura biologica della nostra terra, prima in Europa per biodiversità. «Restiamo paradossalmente tutti vittime di quell’assenza grave di consapevolezza identitaria – va avanti il direttore di Otto Torri – che continua a produrre quella sudditanza e quella emigrazione volontaria che a noi non piace affatto definire fuga dei cervelli».

Lenin Montesanto ha anche annunciato l’ufficializzazione a breve di un nuovo, importante progetto culturale dell’associazione per contrastare la diffusa “maleducazione alimentare regionale” e continuare a fare sensibilizzazione, comunicazione e provocazione.

Vogliamo far capire anzi tutto ai calabresi – ha concluso Montesanto – che così come per tutto il patrimonio agroalimentare ed enogastronomico, preferire il pesce fresco, di stagione, autentico e di grande qualità dei nostri mari, facendolo mangiare sin da subito ai bambini a casa ed esigendo che entri nelle mense scolastiche, aiuterà a riappropriarsi della propria storia e identità, aiuterà tutti a star meglio in salute ed a ridurre ad esempio la spesa sanitaria e, infine, contribuirà a fare di questa terra una destinazione turistico-esperienziale attrattiva tutti i mesi dell’anno anche per la sua proposta culturale e gastronomica marinara, oltre il cliché di un mare i cui prodotti restano però vergognosamente latitanti, soprattutto d’estate.

Nel servizio andato in onda nei giorni scorsi su RAI 3, nel corso dello speciale dedicato per 8 minuti al Mercato Ittico di Schiavonea, sono intervenuti tra gli altri il Commissario della Stella Maris Tonino Fusaro e gli imprenditori ittici Pasquale Caccuri e Gianfranco Scorza.

La trasmissione può essere rivista integralmente all’indirizzo:

https://www.rainews.it/tgr/rubriche/mediterraneo/video/2024/03/TGR-Mediterraneo-del-03032024-127dc327-b840-41bc-8039-2b68794e6579.html.

 

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