Interventi fermi da più di venti giorni, la consegna per il 15 maggio. Le rassicurazioni dopo la protesta del gruppo Le Lampare
CARIATI – Buone notizie dall’ospedale Vittorio Cosentino di Cariati. Ieri, venerdì, quasi a sorpresa sono ripresi i lavori di ultimazione del nuovo Pronto Soccorsi fermi da più di venti giorni, con consegna per il prossimo 15 maggio. In anticipo di tre giorni rispetto alle rassicurazioni ricevute al termine del sit-in di protesta del primo maggio, con occupazione del cantiere, dagli attivisti del movimento Le Lampare. «Abbiamo avuto la notizia della ripresa dei lavori da un’interlocuzione con la ditta e dal consigliere regionale Davide Tavernise – annuncia soddisfatto il portavoce delle Lampare, Mimmo Formaro – ringrazio i cittadini e i Comitati in lotta nei rispettivi territori per la sanità pubblica, da Reggio Calabria a Cosenza, per la solidarietà ricevuta che ci dà tanta forza per continuare».
Formaro ricorda che i lavori del nuovo Pronto Soccorso sono stati finanziati dall’Asp di Cosenza con 800mila euro e che l’intero territorio attende risposte, al di là dei proclami. Non abbassano la guardia i Comitati Uniti, di cui Le Lampare fanno parte, e chiedono a gran voce al presidente/commissario ad acta della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di venire sul territorio a constatare la situazione, informando i cittadini sulla tempistica dell’apertura dell’Ospedale di Zona disagiata, prevista dal DCA della Regione Calabria del 12 luglio 2023 e dal DM dell’11 aprile scorso.
Anche la presidente della commissione regionale sanità, Pasqualina Straface dovrebbe avere un’attenzione costante – dicono – poiché mesi addietro aveva annunciato l’imminente arrivo del mammografo, non ancora pervenuto. «Se vuole fare il candidato a sindaco di Corigliano Rossano – bacchetta Formaro – sarebbe il caso si dimettesse dalla commissione regionale sanità, poiché i due incarichi sono difficili da portare avanti insieme».
Le Lampare sottolineano, inoltre, la loro costante presenza nella battaglia per i diritti negati ai cittadini dell’intero territorio, non solo sotto campagna elettorale. «Siamo qui da anni – aggiunge rammaricato – noi ci siamo sempre stati e ci saremo, mentre alcuni “amici” che erano con noi nella lotta per la riapertura dell’ospedale ora si trovano all’interno dell’amministrazione comunale e nulla sappiamo sul loro impegno, questo ci dispiace molto perché la sanità riguarda tutti. A noi interessa richiamare le istituzioni ad un’attenzione maggiore – ha continuato il portavoce del collettivo – a farsi rispettare, ad avere la schiena dritta e andare avanti. Il territorio chiede dal 2010 il diritto alla salute e alla cura – ha concluso – basta indifferenza, c’è bisogno dell’impegno di tutti».
I lavori del nuovo Pronto Soccorso dell’ospedale sono partiti circa un anno fa e, da allora, stanno procedondo a singhiozzo. Si sarebbero dovuti concludere nel settembre 2023, poi a dicembre dello stesso anno.
Dopo l’ennesimo fermo del cantiere, lo scorso primo maggio i Comitati Uniti, i cittadini e i rappresentanti del sindacato Nursind hanno inscenato una protesta pacifica per chiedere ad Asp e Regione di accelerare e rendere operativo il servizio prima dell’estate, un periodo in cui, con l’arrivo dei turisti, la popolazione residente triplicherà. Nei minuti di occupazione simbolica del cantiere, i manifestanti hanno potuto constatare che manca davvero poco all’ultimazione dei lavori di un pronto soccorso davvero all’avanguardia, dotato di ampi spazi e di impianti moderni e funzionali. Un servizio salvavita, indispensabile per tutto il Basso Jonio cosentino e l’Alto Crotonese, in grado di ridare dignità ad un territorio mortificato dal 2010 a seguito dell’ingiusta chiusura dell’ospedale territoriale. Un errore a cui sta cercando di porre rimedio il presidente Occhiuto, che ha deciso di inserire il presidio cariatese nella nuova rete ospedaliera della Regione Calabria. Un risultato che arriva dopo mesi di lotte “dal basso”, con tanto di occupazione di un’ala al piano terra della struttura sanitaria. E dopo appelli infiniti alla riapertura. L’ultimo, eclatante quanto straordinario, quello di Roger Waters, leader dei Pink Floyd, che ha portato il caso Cariati all’attenzione dei media nazionali.
Maria Scorpiniti (Il Quotidiano del Sud – 4 maggio 2024)