Durante il dibattito, la richiesta al Sindaco dell’istituzione di una scuola di lingua italiana per stranieri
Un incontro interculturale inedito, quello che si è svolto nei giorni scorsi presso il Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni, nell’ambito del primo Festival Internazionale delle Culture che si sta svolgendo nella sede museale di Palazzo Chiriàci.
Dopo le prime giornate dedicate rispettivamente alla cultura Romeno-Moldava e alla cultura Ucraina, quella dedicata alla Cultura del Marocco, la cui comunità è la prima arrivata a Cariati e la più numerosa, è stata improntata alla tradizionale cerimonia del tè, conosciuta anche come Atay Bi Naa Naa, ed è considerata l’espressione per eccellenza di ospitalità, amicizia, cordialità.
Tante le donne marocchine, di varie età, che hanno accolto l’invito a condividere la loro tradizione; Rachida, Riane, Mina, Imane, Soukina, Aya, Kadhijia e tutte le altre sono infatti giunte al museo nei loro eleganti abiti della festa, alcune con i tipici tatuaggi di henné, recando teiere e vassoi di metallo argentato, con i caratteristici bicchieri in vetro per la migliore degustazione del tè rigorosamente aromatizzato con foglie di menta fresca. Il tutto accompagnato da ottimi dolci marocchini, come ghryba, meskouta, fekkas, brionats, mesmen e altri.
Agli ospiti intervenuti, che hanno molto gradito i dolci e soprattutto il buonissimo tè, hanno spiegato la modalità di preparazione e di degustarlo, più volte al giorno, lentamente, poi lo hanno servito con la tipica modalità di versarlo dall’alto, per favorire l’ossigenazione e il raffreddamento.
L’incontro si è svolto con la presenza istituzionale del sindaco di Cariati, Cataldo Minò, del Consigliere delegato ai Turismi Antonio Scarnato, e la partecipazione di varie associazioni del territorio; è stato aperto da un momento di dibattito con le donne del Marocco, quasi tutte appartenenti a tre rami familiari presenti a Cariati dagli anni Ottanta (del Novecento), prima solo con gli uomini, poi con l’arrivo di (poche) donne e negli ultimi anni con le famiglie. Come del resto, è stato rilevato, è accaduto gli emigrati cariatesi in Germania, partiti dalla fine degli anni Cinquanta. Dai vari interventi, coordinati dalla direttrice del Museo e ideatrice del Festival, Assunta Scorpiniti, è emersa anche la spiccata attitudine delle donne della comunità del Marocco, alla cura della famiglia e a custodire le tradizioni del loro paese. Ma anche la volontà, espressa da loro stesse, di integrarsi pienamente nella realtà locale soprattutto attraverso l’appropriazione della lingua italiana, necessaria, hanno detto, “per seguire i figli negli studi” e poter comunicare senza ostacoli. A motivo di ciò, hanno chiesto al sindaco Minò l’istituzione di una scuola di lingua italiana per gli adulti stranieri presenti a Cariati.
L’ultimo appuntamento del Festival, promosso dalla Direzione del Museo e organizzato con la collaborazione delle Associazioni Kalyna, ItaCoro, Agorà Kroton e le donne della comunità del Marocco, è previsto per il prossimo 20 giugno, con la Cultura afro-nigeriana, nell’occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.