Per il Tribunale di Castrovillari, non sussiste alcuna causa di incandidabilità in capo al sindaco. La richiesta era stata avanzata dal gruppo di minoranza “L’Alternativa C’è”
CARIATI – Non sussiste alcuna causa di incandidabilità in capo all’attuale sindaco di Cariati Cataldo Minò. Di conseguenza, le domande avanzate dai ricorrenti del gruppo di minoranza “L’Alternativa C’è” vengono rigettate. Lo ha stabilito il Tribunale di Castrovillari, in composizione collegiale, con sentenza del 9 luglio scorso, emessa al termine della Camera di Consiglio.
I Giudici si sono dunque pronunciati definitivamente sulla richiesta di incandidabiltà del Primo cittadino e hanno rigettato la domanda avanzata da “L’Alternativa C’è” formato da Saverio Greco ed Emma Filippelli dopo la tornata elettorale del 14 e 15 maggio 2023 in cui Minò aveva vinto con la sua lista “Insieme”. Il ricorso, presentato con l’obiettivo di invalidare le ultime elezioni comunali, era stato sottoscritto anche dagli altri candidati non eletti dell’Alternativa: Giuseppe Labonia, Antonio Arcuri, Alfonso Pignataro, Vincenza Santoro, Riccardo Lettieri, Rosaria Bianco e Leonardo Montesanto.
Una questione, quella dell’incandidabilità del sindaco, sollevata da L’Alternativa C’è già nelle prime sedute dell’assise civica della nuova legislatura. Il Comune, in difesa di Minò, si è costituito parte civile, chiedendo il rigetto del ricorso e nominando come legali di fiducia il professore Paolo Clarizia del foro di Roma e l’avvocato Aldo Zagarese del foro di Castrovillari.
Alla base del ricorso, una sentenza della Corte dei Conti, la n. 3 del 2021, che condannava gli ex amministratori del Comune di Cariati, ritenuti responsabili del dissesto finanziario proclamato nel 2016, a pene pecuniarie e ad alcune interdittive. In quella amministrazione, Minò ricopriva il ruolo di presidente del consiglio, senza percepire alcun compenso. Sin da subito, il sindaco aveva detto la sua ai consiglieri di minoranza che lo avevano incalzato: «Se leggete bene la sentenza della Corte dei Conti – aveva spiegato il Primo cittadino – non mi è stata applicata alcuna sanzione pecuniaria perché in 10 anni non ho mai percepito un euro dal Comune di Cariati. E in base alla normativa vigente, non posso ricevere incarichi dal Comune, ma posso concorrere alle cariche elettive ed io sono stato eletto direttamente dal popolo. Inoltre, al momento della presentazione delle liste, il mio nominativo e quello di tutti i miei consiglieri è passato al vaglio della commissione elettorale».
Nel ricorso presentato dall’Alternativa C’è, si chiedeva non solo la decadenza di Cataldo Minò e di tutti i consiglieri di maggioranza eletti, ma addirittura il subentro di Saverio Greco alla carica di primo cittadino e quello degli altri candidati non eletti della sua lista. Solo in subordine, la ripetizione delle elezioni amministrative per l’elezione del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale.
«L’inammissibilità del ricorso – spiegano in proposito i giudici nella sentenza del 9 luglio scorso – non pone alcuna causa di incandidabilità, bensì un impedimento a ricoprire esclusivamente incarichi non elettivi, ma di nomina politica, senza prevedere alcuna preclusione a ricoprire cariche elettive come quella di sindaco e di consigliere comunale».
E sulla richiesta di subentro di Saverio Greco, puntualizzano: «Nell’ipotesi di accoglimento del ricorso, la dedotta incandidabilità/ineleggibilità del sindaco eletto non comporterebbe, comunque, la sua sostituzione con il candidato arrivato secondo, risultando invece applicabile al caso di specie, l’art. 53 comma 1 del T.U.E.L.; in tale ipotesi, il Tribunale adìto non potrebbe statuire la proclamazione a sindaco di Greco Saverio in sostituzione del Minò, in quanto interpretazione abnorme ed in contrasto con i principi generali dell’ordinamento».
Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 11 luglio 2024)