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CARIATI: VIA AI LAVORI PER L’INSTALLAZIONE DELLA NUOVA TAC

Iniziate le operazioni di sgombero dei locali che ospiteranno il macchinario. La conferma anche dal radiologo Ferraro, richiamato a lavorare per il servizio. Soddisfazione dal Comitato

di Maria Scorpiniti

CARIATI – Ieri mattina, con le operazioni di sgombero dei locali, sono finalmente iniziati i lavori per l’installazione della Tac all’interno del reparto di Radiologia dell’ex ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati. Un po’ in ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, se si considera che tali lavori di adeguamento dei locali erano stati deliberati già nell’aprile scorso dall’ex commissario Asp Vincenzo La Regina, con un impegno di spesa di 186.368 euro. C’è voluto l’avvicendamento del nuovo commissario Antonello Graziano per vederli partire.

Ad annunciare la buona notizia, i Comitati Uniti per la riapertura del Cosentino che non hanno mai abbassato la guardia, sollecitando il rispetto delle scadenze e degli impegni assunti da Asp e Regione. La conferma dell’inizio lavori è arrivata anche dal dottor Giuseppe Ferraro, il medico radiologo in pensione richiamato, dopo mesi di stop delle prestazioni ambulatoriali, a lavorare nell’importante servizio, indispensabile per il territorio e il Punto di Primo Intervento, ma anche per la Dialisi e la Rsa medicalizzata, allocati tutti all’interno del “Cosentino”,

«Ci emoziona – affermano dai Comitati – vedere ogni giorno che, proprio grazie alla presenza preziosa del dottor Ferraro, tantissimi anziani, uomini e donne, ragazzi e bambini possono usufruire del servizio pubblico ambulatoriale di radiologia». Lo stesso Ferraro ci tiene a precisare come la Tac sia oggi uno strumento indispensabile per una corretta diagnosi, insieme al nuovo ecografo che dovrebbe arrivare a giorni (nell’ambulatorio di Cardiologia è già arrivato) e al mammografo, previsto per dicembre. Attrezzature che vanno a potenziare l’esistente, necessarie anche per fare prevenzione delle malattie oncologiche. L’arrivo dei nuovi strumenti – concludono dai Comitati Uniti – renderà il Vittorio Cosentino più attrattivo sia per l’acquisizione di forza lavoro e sia in termini qualitativi e di potenziamento del servizio espresso.

Intanto, sul fronte della battaglia per la riapertura dell’ospedale, si attende con trepidazione l’imminente pubblicazione del Piano operativo regionale in cui il “Cosentino” dovrebbe essere inserito come ospedale di zona disagiata. Almeno secondo quanto affermato, proprio a Cariati, dal presidente della Regione Calabria e commissario alla sanità, Roberto Occhiuto, intervenuto in campagna elettorale ad una manifestazione di Forza Italia. «Entro ottobre sarà pubblicato il Piano operativo regionale – aveva detto Occhiuto in quella circostanza – e avrete l’ufficialità della riapertura dell’ospedale, con il pronto soccorso e i posti letto. Tuttavia – aveva aggiunto – per il presidio cariatese sono previsti altri finanziamenti che permetteranno di potenziare la medicina territoriale con la realizzazione di un Ospedale di Comunità».

Se così fosse, sarebbe la prima volta, a 12 anni dalla chiusura dell’ospedale, che Regione Calabria e Asp investono su Cariati. Un cambio di rotta di non poco conto. In tutto questo tempo, infatti, i cittadini hanno assistito impotenti ad una progressiva riduzione di personale e servizi, fino ad arrivare ad una situazione insostenibile di emergenza sanitaria, aggravatasi con la pandemia. Un’emergenza che continua e che, ogni giorno, mette a rischio la vita degli 80 mila abitanti del Basso Jonio cosentino e dell’Alto Crotonese (che in estate triplicano con l’arrivo dei turisti), i quali, dalla chiusura dell’ospedale, non si vedono più garantito il diritto costituzionale alla salute. In questo territorio, dal 2012, i Lea (Livelli essenziali di assistenza) risultano di gran lunga inferiori non solo alle altre zone dell’Italia, ma anche al resto della Calabria.

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