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CARIATI – TERRITORIO JONICO SENZA TRENI FINO A GIUGNO (FORSE)

Pendolari e cittadini rivendicano il diritto alla mobilità. La regionale Straface: «Nessuno ritardo, entro il 2026 la conclusione dei lavori»

La ferrovia ionica tra Sibari a Crotone, chiusa dal mese di settembre 2023, non riaprirà il prossimo 19 gennaio. Per vedere camminare di nuovo i treni sulla tratta ci vorrà giugno. Forse. Lo slittamento dei tempi è stato confermato nei giorni scorsi dal Dipartimento infrastrutture e trasporti della Regione Calabria e arrecherà ulteriori disagi ai numerosi pendolari, costretti ad utilizzare un servizio sostitutivo su gomma non sempre al top.

Il rinvio della riapertura sta generando un clima di incertezza e frustrazione tra gli stessi pendolari, che reclamano con forza il diritto alla mobilità. Lavoratori e studenti che ora sono sul piede di guerra. Anche perché, finora, di lavori propedeutici all’elettrificazione, almeno nel basso ionio, non se ne sono visti.

A farsene portavoce, oltre all’Associazione Pendolari Jonici, è il movimento Le Lampare che sottolinea come, nonostante la sospensione del servizio dal 16 settembre scorso, non si sono ancora visti i lavori preventivati lungo i circa 100 km di binario che dividono Sibari da Crotone. «Questa situazione – affermano – insieme al mancato investimento per la SS 106 e per lo svincolo di Tarsia, dimostra quanto poco Salvini, Meloni e Forza Italia tengano a questo territorio. Nel frattempo, i sindaci che seguono questi signori continuano a stare zitti e buoni».

Quindi l’invito a ribellarsi rivolto ai cittadini, affinché si uniscano per far capire al governo regionale e nazionale che la situazione non è più sopportabile. «Parliamo di mobilità e infrastrutture minime che non abbiamo. – concludono da Le Lampare – È ora di alzare la voce e pretendere il rispetto dei nostri diritti e delle nostre esigenze. Solo insieme possiamo fare la differenza e ottenere il cambiamento che meritiamo».

Tra le voci istituzionali, c’è quella di Agostino Chiarello, sindaco di Campana, un piccolo comune dell’entroterra della Sila Greca. «Un intero territorio viene lasciato senza diritto alla mobilità, nel silenzio della politica regionale, dopo l’annuncite cronica di mega lavori milionari. – incalza – Ciò che sta avvenendo qui è paradossale e potrebbe rivelarsi un caso di studio: come mai gli abitanti di questa zona sono disposti a farsi prendere per i fondelli e non protestano mai, neanche di fronte all’evidenza dei disagi che si ripercuotono su di loro?».

Per Chiarello, il rinvio della riapertura della linea ferroviaria a data da definirsi, e comunque non prima del prossimo mese di giugno, non giustifica il fatto che il tratto è stato chiuso dal 16 settembre 2024 per lavori annunciati come imminenti e mai iniziati. Ricorda Agostino Chiarello: «A questi disagi vanno aggiunti quelli che vivono quotidianamente gli automobilisti percorrendo la SS 106, denominata non a caso strada della morte, e delle comunità delle aree interne che devono subire, ogni qual volta che c’è maltempo, la chiusura di strade provinciali per frane o rami caduti sulla carreggiata a causa della mancata manutenzione. Ma siamo sicuri – conclude – che su questo territorio il diritto alla mobilità sia garantito?».

Ricordiamo che i lavori preventivati non riguardano ancora l’elettrificazione della linea. Si tratta di un progetto di 60 milioni di euro, finanziato per oltre la metà con fondi Pnrr, per l’installazione di un sistema di controllo del traffico ferroviario che migliorerà la sicurezza e l’efficienza delle ferrovie, e permetterà ai treni di viaggiare più veloci. C’è chi paventa un rallentamento dovuto alla progettazione, chi sostiene che una parte dei fondi del Pnrr siano stati dirottati altrove, com’è successo in passato per le quote latte.

Sui ritardi nei lavori di elettrificazione della ferrovia Sibari-Crotone, c’è anche un’interrogazione Davide Tavernise, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio Regionale, e la questione è arrivata  in Parlamento tramite la deputata pentastellata Vittoria Baldino.

Per la consigliera regionale Pasqualina Straface, invece, non c’è nessun ritardo dispetto al cronoprogramma e gli interventi si concluderanno nel 2026. «In nessun programma lavori era prevista una fine attività a gennaio 2025 – puntualizza – non c’è  nessun ritardo nell’installazione del sistema ERTMS (European Rail Traffic Management System) sulla Sibari – Crotone. Gli interventi andranno avanti anche nel 2026 e si concluderanno in linea con i vincoli del PNRR, fonte di finanziamento dell’opera». La Straface afferma che sulla questione del potenziamento infrastrutturale della linea Jonica di Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo FS, si sta interfacciando sia con il presidente Roberto Occhiuto che con l’assessore regionale ai lavori pubblici Stefania Caracciolo.

«Dallo scorso 14 settembre ad oggi – spiega – sono in corso attività propedeutiche all’attivazione della tecnologia ERTMS: è stata eseguita la cantierizzazione di 34 siti installativi; sulla tratta Crotone-Crucoli sono stati posati in opera oltre 15 km di dorsale cavi, suddivisa in cunicoli e canalette in VTR. È stata eseguita la bonifica ordigni esplosivi profonda nel sito di Cirò Marina». È in corso inoltre l’esecuzione di boe degli ulteriori siti cantierizzati a seguito del parere positivo del Genio Militare. È stata realizzata la polifera (vie cavi) sul piazzale della Stazione di Cirò e sono in corso il completamento delle canalizzazioni. I viaggiatori, rassicura Pasqualina Straface, possono usufruire di un servizio bus che effettuerà fermate a Cropani, Botricello, Crotone, Cirò, Cariati, Rossano e Corigliano Calabro. Il bus sostitutivo è connesso al treno Intercity 562 ed effettuerà una fermata anche a Cutro. (M.S.)

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