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ADDIO AL PROF. ROMANO LIGUORI, STORICO, STUDIOSO E CITTADINO ILLUSTRE DI CARIATI di Assunta Scorpiniti

Nella Cattedrale di San Michele Arcangelo, tanta commozione e un silenzioso raccoglimento, alle esequie del professor Romano Liguori, scomparso a Roma, lo scorso 13 aprile, all’età di 81 anni, dopo una breve ma inesorabile malattia. Il congedo dalla sua amata Cariati, dai suoi affetti, dagli amici e dai tanti estimatori è stato sentito e discreto, come del resto era lui, gentile e riservato, schivo ai clamori, ma certamente forte nei suoi valori morali, civili e umani; nel suo essere padre, marito, nonno capace di dare senza risparmiarsi; nel suo rigore e nella sua passione di attento studioso della Calabria.

A poco più di un anno dall’inaspettata scomparsa del fratello Franco, ora il mondo della cultura piange anche Romano; due fratelli, peraltro legatissimi, che hanno condiviso la passione per gli studi storici, per la Calabria e per la cittadina natale, alle quali lasciano una preziosa eredità culturale, costituita dalle numerose opere, dagli scritti, da iniziative culturali di alto rilievo; ma anche dalla loro testimonianza di rettitudine, di impegno, di dedizione agli studi che ha contraddistinto l’intero arco della loro vita.

Socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, e per molti anni Docente di Italiano e Storia presso il locale Istituto di Istruzione Superiore, Romano Liguori si era laureato in Filosofia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, con una tesi in Storia Moderna su “Movimento contadino e riforma agraria in Calabria nel secondo dopoguerra”, dimostrando fin dagli anni giovanili il suo grande interesse per la ricerca storica, unito a quello per le tradizioni e la cultura popolare. Insieme a Franco, ha pubblicato nel 1981 la monografia “Cariati nella storia”, premiato, nello stesso anno, con la targa d’argento al concorso letterario nazionale “Città di Cirò Marina” per la saggistica storica e nel 1982 con il Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri; il volume “Cariati, immagini nella memoria” (1988), “La Parrocchia di S. Maria delle Grazie a cent’anni dalla sua istituzione” (2014), e, negli anni, pregevoli guide storico-artistiche sulla cittadina, oltre a numerosi saggi e articoli. Ha firmato, individualmente, vari volumi di carattere storico-antropologico come “Il culto di San Cataldo tra storia e memoria” (2004), la raccolta di canti popolari “Cariati è bedda e nn’ha ru numu” (2005).

Il professore Romano, che aveva anche vasti interessi sulla storia ecclesiastica e diocesana, ha partecipato come relatore in molti convegni ed ha scritto, tra le altre cose, un interessante saggio, “Mons. Eugenio Raffaele Faggiano passionista-vescovo di Cariati. Profilo di un uomo del nostro tempo”, presentato nel 1987 nella cattedrale di Cariati in occasione dell’apertura del processo di canonizzazione dello stesso.

Degni di nota anche il suo contributo all’organizzazione e come relatore a Convegni Internazionali sulla pirateria nel Mediterraneo (1995) e la fondazione nel 1988 dell’Associazione culturale “Amici di Cariati”, con iniziative incentrate sulla valorizzazione della storia di Cariati, dei suoi beni architettonici e storico-artistici, del suo patrimonio antropologico; importante, per le iniziative di alto livello, anche il suo periodo di presidenza dell’Associazione “Civitas Cariatensis”, in una stagione particolarmente feconda per la cultura cariatese.

Questi elementi biografici, per quanto parziali, era doveroso annotare. Ritengo, tuttavia, anche di dare spazio al ricordo personale dell’uomo e dello studioso; da quando, giovanissima,  ho iniziato a rivolgermi alla mia terra, dapprima come giornalista, poi come ricercatrice indipendente degli aspetti sociali e antropologici, quindi come promotrice di cultura, Romano Liguori e il fratello Franco, con i loro studi, con la loro presenza, con il costante confronto sono sempre stati un  sicuro riferimento. Tante, le collaborazioni, le iniziative culturali condivise, la presenza e il sostegno alle rispettive produzioni. Ho avuto da loro, come dal primo fratello, l’indimenticabile dott. Cataldo, alto Dirigente del Ministero del Tesoro e finissimo intellettuale, vicinanza, amicizia e il privilegio di una sincera e affettuosa stima, da me ampiamente ricambiata. Di Romano, in particolare, voglio ricordare un tratto che lo ha contraddistinto e che si è sempre manifestato nei miei confronti: la gentilezza. Sia si trattasse di pubblicazioni, sia di scritti, sia di ricerche, sia di interviste o richieste di approfondimenti storici, era sempre disponibile e generoso; veniva a casa con la notizia che mi occorreva scritta elegantemente a mano in una busta, perché ne potessi fare uso.

E non dimentico il suo sguardo gioioso e contento di quando, con l’amata moglie, professoressa Rita Cipriotti, in un suo ritorno da Roma dove negli ultimi anni si era trasferito per stare vicino alle figlie Francesca e Antonella, è venuto per la prima volta a visitare il Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni di Cariati, che ho curato e dirigo; a lungo è rimasto, per vedere, osservare, leggere tutto, con sincera partecipazione, rendendoci orgogliosi.

Questo ritengo per ora di ricordare; dopo il tempo della tristezza, dovrà però esserci quello dell’impegno, da parte di ciascuno di noi, e delle istituzioni civili e scolastiche, affinché di Franco e Romano Liguori sia preservato il ricordo e sia diffusa l’opera tra le nuove generazioni.

Cariati, 18 aprile 2025                                                                Assunta Scorpiniti

 

 

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