Slitta invece al 10 novembre la pubblicazione del Piano operativo per inserire il ”Cosentino” nella rete ospedaliera
di Maria Scorpiniti
CARIATI – Sembrano allungarsi ulteriormente i tempi d’attesa per vedere reinserito il Vittorio Cosentino di Cariati nella rete ospedaliera. Tutto slitta al 10 novembre, data entro cui dovrebbe essere pubblicato il nuovo Piano Operativo regionale, con all’interno il presidio di Cariati come ospedale di zona disagiata. Ancora attese, quindi, che cozzano contro la caparbietà dei cittadini e dei Comitati in lotta dal novembre 2019, che non arretrano di un millimetro e tengono alta l’attenzione su una questione vitale per l’intero comprensorio. In tre anni di mobilitazione, inclusi i 18 mesi di occupazione di un’ala del presidio sanitario, ci sono stati solo alcuni, timidi risultati nella direzione del potenziamento del personale nei pochi servizi esistenti.
Ma il risultato più grande ancora tarda a venire. Di certo, la lotta ha acceso i riflettori su una partita che sembrava definitivamente chiusa e che ha visto, dopo una serrata mobilitazione e migliaia di appelli alla riapertura (l’ultimo, eclatante, quello di Roger Waters dei Pink Floyd) un serio impegno da parte della Regione Calabria, nella persona del presidente Occhiuto, insieme alla presa di coscienza della necessità di assicurare ai cittadini del Basso Jonio cosentino i Livelli essenziali di assistenza riaprendo il Pronto Soccorso e i posti letto per acuti.
Anche l’Asp di Cosenza, per anni sorda alle innumerevoli richieste di incremento del personale andato in pensione e delle attrezzature usurate, su sollecitazione dei Comitati e del consigliere regionale pentastellato Davide Tavernise, ha iniziato a dare risposte, seppur con tempi dilatati rispetto alle scadenze fissate. È successo anche di recente. Da mesi si attende l’arrivo della nuova Tac, di un mammografo e di un ecografo per Radiologia, mentre il nuovo ecografo in dotazione all’ambulatorio di Cardiologia è fermo perché manca il collaudo.
Sul motivo dei ritardi, martedì scorso il movimento Le Lampare, in prima fila nella lotta, ha chiesto delucidazioni ai vertici dell’Asp di Cosenza. A quanto pare, la questione è prettamente tecnica. Per quanto riguarda l’installazione della Tac, i cui lavori di adeguamento dei locali, iniziati qualche settimana fa e subito sospesi, i ritardi sono dovuti – per come comunicato dalla stessa Asp – all’azienda fornitrice. «Tutto ciò avviene – sottolineano Le Lampare – in un territorio in estrema sofferenza, dove le poche ambulanze sono sempre impegnate proprio per l’assenza di diagnostica. Passa il tempo – concludono – e a rimanere sul fronte della difesa del diritto alla salute e della sanità pubblica sono sempre i cittadini dei Comitati Uniti per il Vittorio Cosentino.