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LA VICENDA DELL’OSPEDALE DI CARIATI APPRODA NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE

“C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando”, il docufilm sulla sanità italiana, sarà proiettato il 5 dicembre a Reggio Calabria e il 6 dicembre a Corigliano-Rossano

CARIATI – Approda nelle sale cinematografiche di diverse città italiane, a partire dal prossimo mese di dicembre, il docufilm “C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando” che racconta anche la vicenda dell’ospedale Vittorio Cosentino di Cariati. Scritto e diretto da Federico Greco e Mirko Melchiorre, prodotto da Play Entertainment con Studio Zabalik e distribuito da Fil Rouge Media, uscirà in anteprima il 5 dicembre presso la Multisala Lumiere di Reggio Calabria e il 6 dicembre nel Cinema San Marco di Corigliano-Rossano. Quest’ultima proiezione si aprirà con l’esibizione dei musicisti cariatesi Cataldo Perri alla chitarra battente e Leo Caligiuri al pianoforte. Nei prossimi giorni, verranno rese note anche le date di Cosenza, Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Modena, Milano.

Una piccola anticipazione del docufilm era circolata l’anno scorso e aveva fatto subito il giro del mondo. Si trattava dello straordinario appello di Roger Waters, che ha dato la spinta decisiva alla battaglia dei Comitati Uniti: “Riaprite l’ospedale di Cariati, subito!”. Insieme al leader dei Pink Floyd, nel docufilm ci sono anche i contributi del regista britannico Ken Loach, del fondatore di Emergency Gino Strada, del medico e politico Vittorio Agnoletto. Nella proiezione, con la narrazione di Peppino Mazzotta, compaiono i veri protagonisti della mobilitazione, come l’ex direttore sanitario Michele Caligiuri, Cataldo Curia e Mimmo Formaro delle Lampare, Ninì Formaro del comitato Uniti nella Speranza, Mimmo Scarpello del gruppo “Escia a Mare”, Cataldo Perri.

«È un film indipendente – puntualizza Federico Greco – realizzato in totale libertà creativa e politica, senza autocensure, con la volontà di smascherare ciò che non si vuole venga smascherato». Greco e Melchiorre, per raccontare il “disastro” della sanità italiana, sono partiti dunque da “uno sperduto paesino della Calabria affacciato sullo Jonio”, dove la sanità pubblica è stata ridotta al lumicino da decenni di tagli al bilancio e privatizzazioni. Con il Piano di rientro del 2010, infatti, l’ospedale di Cariati è stato chiuso; uno dei 18 cancellati nel giro di una notte in Calabria, insieme al diritto alla salute di un intero territorio.

«Ad un certo punto, un manipolo di ribelli di ogni età – ricordano i due i registi – decide di protestare come nessuno ha mai osato fare, occupando l’ospedale con l’obiettivo di ottenerne la riapertura. Nel frattempo alcuni dei più importanti intellettuali, medici, esperti e attivisti italiani e internazionali svelano le vere responsabilità locali e globali dell’attacco alla salute pubblica, e sostengono la lotta di Cariati».

Questo “manipolo di ribelli”, riunito sotto la sigla dei Comitati Uniti per il Vittorio Cosentino, ora attende i risultati della lotta. Per fine dicembre, infatti, sarà finalmente approvata la nuova configurazione della rete ospedaliera calabrese in cui, per come asserito dal commissario e presidente regionale Roberto Occhiuto, il “Cosentino” sarà Ospedale per acuti e Ospedale di comunità. Un impegno ribadito anche qualche giorno fa dal commissario Asp Cosenza, Antonello Graziano.

«I territori e i cittadini adesso hanno bisogno dei fatti – sostengono dai Comitati Uniti – ci aspettiamo che tutto ciò si trasformi in legge prima e in servizi poi». Gli attivisti rimangono in allerta e continuano a denunciare i ritardi, anche in riferimento all’installazione della Tac e al funzionamento dei nuovi ecografi per l’ambulatorio di cardiologia e radiologia, ancora da collaudare. «Chiediamo all’Asp di accelerare ulteriormente per far sì che le richieste, alla luce degli impegni presi, non rimangano irrealizzate – rimarcano – tutto ciò in relazione alle dichiarazioni rese pubbliche, ancora una volta, dai commissari e soprattutto ai bisogni espressi da enti locali e cittadini che vogliono la sanità pubblica». Per i Comitati Uniti, il Docufilm è una cassa di risonanza per affermare che la distruzione della sanità pubblica giunta in Calabria è una Giacarta distruttiva per il diritto alla salute pubblica e alla cura, arrivata in tutta Italia.

C’è molta attesa, quindi, per l’uscita di questo documentario che racconta il vero dramma della sanità calabrese e italiana e di come un diritto sancito dalla Costituzione, quello alla salute, in Calabria può essere negato a migliaia di cittadini.

Maria Scorpiniti

 

 

 

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