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CARIATI – DURA REPLICA DEI COMITATI E DI VITTORIA BALDINO A LOIZZO CHE HA DEFINITO MOLTI PRESIDI CHIUSI IN CALABRIA “OSPEDALI DELLA MORTE”

Nel corso della discussione in Parlamento sul Decreto Calabria

CARIATI –  Dura replica dei Comitati Uniti per il Vittorio Cosentino e della deputata calabrese Vittoria Baldino (M5S) alle affermazioni di Simona Loizzo (Lega) che lunedì scorso, durante la discussione alla Camera sulla conversione in legge del Decreto Calabria, ha asserito che molti dei 18 nosocomi chiusi in Calabria nel 2010 erano “ospedali della morte”. La rappresentante calabrese del partito di Salvini è intervenuta subito dopo la Baldino, che invece aveva posto al centro del suo discorso la nota vicenda dell’ospedale Vittorio Cosentino di Cariati, mettendo in risalto l’attuale emergenza sanitaria che si vive in tutta la regione.

Secondo Loizzo «molti ospedali, un quindicennio fa, sono stati considerati ospedali di morte; noi non vogliamo ospedali in tutti i paesi, vogliamo gli ospedali di Comunità e non gli ospedali Spoke in ogni Comune della Regione Calabria». Parole suonano in contrasto con quanto illustrato e richiesto dalla Baldino la quale, partendo dalla lotta dei Comitati per il diritto alla salute, ha portato la vicenda all’attenzione del Parlamento e ha rilanciato per l’apertura dell’ospedale di Cariati.

Durissimo il portavoce dei Comitati Uniti, Mimmo Formaro. «La deputata Loizzo – afferma – è rimasta al Tavolo Massicci di 15 anni orsono e ciò che è stato combinato in questo arco di tempo è la realtà, non la propaganda con cui si smantellò tutto nel 2010. Vorrei chiedere alla Loizzo – prosegue Formaro – chi le ha mai detto che Cariati, ad esempio, è stato ospedale della morte? Cariati è stato un ospedale dove nascevano più di mille bambini all’anno e ora si nasce nelle cliniche private!». L’attivista è convinto, invece, che la parlamentare leghista sia a conoscenza dell’aumento dell’emigrazione sanitaria e delle corse in auto alla ricerca di un Pronto Soccorso, per questo incalza: «Ma quale ospedale sotto casa? È stata mai a Campana o Bocchigliero e quali sono i suoi informatori su Cariati? Tutto ciò è un caso? Il caso non esiste. Chi non vuole la sanità pubblica? La morte dei cittadini e la morte degli ospedali sono state causate da una classe politica che è andata a braccetto con certi interessi privati. Loizzo, che a Cariati ha preso voti e ha fatto passerella, deve sapere che il Vittorio Cosentino deve rientrare nella rete ospedaliera perché abbiamo bisogno di sanità pubblica; Cariati è il presidio di riferimento di un intero territorio che interessa due province e chiede con dignità i posti letto pubblici, il pronto soccorso, la medicina territoriale e i sistemi di prevenzione. Stop ai faccendieri degli interessi di pochi – conclude Mimmo Formaro – vogliamo la sanità pubblica e il diritto alla salute».

Altrettanto dura e circostanziata la replica di Vittoria Baldino alle affermazioni di Loizzo nel corso della discussione sul Decreto Calabria. «In Italia negli ultimi 10 anni sono stati tagliati ben 37mila posti letto. – puntualizza – Centinaia gli ospedali pubblici chiusi, di questi, 18 in Calabria per effetto del piano di rientro voluto dal centrodestra. In aula ho ricordato tutto il dolore dei calabresi e degli italiani che pagano sulla propria pelle, con viaggi della speranza, i tagli alla sanità pubblica, i danni del commissariamento e il fallimento del regionalismo sanitario. Era mio dovere ricordarlo a chi quelle scelte le ha fatte, e ricordare i nomi e i volti dei tanti cittadini costretti a fuggire verso il nord per curarsi. Era mio dovere restituire dignità a quei territori indebitante scippati di servizi sanitari».

«Chissà cosa ne pensano gli elettori della collega Loizzo – è l’affondo della deputata pentastellata – tanto erano inutili quegli ospedali che solo grazie all’ostinazione di un gruppo di cittadini, oggi Cariati ambisce alla riapertura e ben tre sentenze hanno decreto la riapertura di Trebisacce e Praia a Mare. Chiudere un ospedale pubblico – conclude la deputata del M5S – questo sì che conduce alla morte».

Intanto in questi giorni il docufilm “C’era una volta in Italia, Giacarta sta arrivando” sulla vicenda dell’ospedale di Cariati continua a registrare il tutto esaurito. Dopo l’anteprima nazionale di Reggio Calabria, Corigliano-Rossano e Cosenza, è stato proiettato per due giorni a Roma; ieri, 14 dicembre, a Bolzano, domani 16 a Matera, il 19 a Torino e il 20 dicembre a Firenze.

MARIA SCORPINITI

 

 

 

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